Ci furono però alcuni monaci che si sentirono traditi dall'evoluzione voluta dai Cluniacensi (vedi articoli sul Monachesimo). Roberto di Molesme abbandonò così l'abbazia che stava alacremente prosperando, per fuggire nell'eremo di Aux prima ed a Citeaux poi, nel quale lasciò gli abati Alberico e Stefano a continuare l'opera sua. Lo scopo non era tanto il "nuovo", ma il ricercare nel "vecchio" i germi essenziali di perfezione e di salvezza, rinnovandoli, adattandoli alla nuova situazione storica, senza cadere nelle lusinghe temporali che avevano finito col tradire il primitivo spirito di Cluny: il fruttuoso confronto con la tradizione ed il creativo adattamento al tempo reale. Si torna alla primitiva prescrizione della regola benedettina per ciò che concerne il corpo; a Cluny, appellandosi allo "spirito" ed alla realtà "spirituale" si era sorvolato su questo; a Citeaux esso ritorna in prima linea, poiché qui si riconosce l'importanza che la realtà corporale riveste per quella spirituale. Nasce con Stefano Hardin, confermata da Papa Callisto nel 1119, la "Charta Charitatis". Bernardo di Chiaravalle(Bernardus Claravallensis o Bernard de Clairvaux) Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III, fu dichiarato Dottore della Chiesa, da papa Pio VIII nel 1830. Nacque verso il 1091 da una famiglia nobile borgognona, vicino a Digione; nel 1112 entrò a Citeaux; nel 1115 fondò Clairveaux; personalità di spicco del Medioevo, fu a contatto con le più alte personalità del tempo. Fu in polemica con Cluny e con i neo razionalisti di Abelardo; predicò la seconda crociata in Francia; scrisse numerosi trattati di teologia. Morì come abate di Chiaravalle nel 1153. Per capire l'arte cistercense, non si può non conoscere Bernardo, i suoi pensieri fondamentali, il suo tempo. In sintesi si può dire che uno dei concetti basilari era quello, già ripreso da Roberto di Molesme, di rappresentare al tempo stesso il nuovo ed il vecchio; un suo merito particolare è quello di aver creato, incoraggiato il culto dell'umanità del Signore, del Dio fatto uomo: in questa pietà è inserita quella spiritualità mistica senza contraddizione di termini che si traduce completamente nell'unione nuziale dell'anima con il "Verbo" di Dio; la donazione del cuore che si fonde nell'anima spirituale. Un altro concetto fondamentale in Bernardo è legato all’importanza della mistica mariana. Nell'ambito del concetto del Dio fatto uomo, Maria rappresenta il ponte, la mediatrice tra Cristo e la sua Chiesa: Maria per Bernardo si trova così poco fuori dell'umanità che, mentre le riconosce onori veramente unici (Vergine e Regina, portatrice di grazia, mediatrice della salvezza, soccorritrice del mondo...) non le riconosce l'esenzione dal peccato originale. Notiamo che tutte le abbazie cistercensi le sono dedicate. Il terzo pilastro è legato alla dottrina dei padri; essa è fondamentalmente radicata in Bernardo. Però, malgrado questi vincoli assai saldi con la tradizione, egli schiva il tradizionalismo: nulla è tramandato senza che passi al vaglio della vivezza creativa e contemporaneamente ad una verifica biblica delle sue fonti. Egli torna, per così dire, alle sorgenti pure e semplici: il risultato è una teologia monastica rigorosa e vivifica che dà un nuovo impulso, un nuovo senso al monachesimo. Tutto questo in accordo con la mai negata autorità ecclesiastica: Bernardo è un papista, lo è sempre stato; ciò però non lo esime dal formulare critiche talvolta aspre come quelle rivolte ad Eugenio III, cistercense, al quale ricorda di mantenere in tutto e per tutto la "pietas" e la preghiera: entrambe al di sopra della politica e del potere temporale. Critica i molteplici disordini della Chiesa e del Clero in particolare; ricorda che la Chiesa è "potestas", non "dominatus" (dominio): il Papa deve essere erede di Pietro, non di Costantino. Egli difende l'autorità dei Vescovi, ma critica l'istituto dell' "esenzione", la quale, mediante il principio della dipendenza diretta dal Papa, cerca di aumentare il potere centrale a spese della struttura organica. In realtà accade l'opposto: aumenta eccessivamente l'autonomia locale portando a deformazioni strutturali. Il concetto di Chiesa per Bernardo, non è completamente quello Cluniacensi o gregoriano della Civitas Dei, cioè intermediaria tra Dio e il Mondo; ma è la Chiesa pellegrina, che come insieme delle anime fedeli, lotta per la perfezione, e quindi non può essere totalmente pura poiché "la rete contiene pesci buoni e cattivi". La critica di Bernardo è ancora irremovibilmente nella Chiesa, dipendente dalla gerarchia e vincolata ad essa; valorizza le prospettive spirituali senza cadere nello spiritualismo. E' dunque assai lontano dall'estremizzazione (unilateralismo) dei concetti ereticali che pure partono dallo stesso principio. Nei secoli oscuri di cui stiamo parlando, facile era mescolare rapporti difficili tra Chiesa ed Impero: per Bernardo di Chiaravalle invece nessuna intromissione dei due poteri: la società è ordinata ed ha compiti diversi, anche se è pur vero che essi devono avere un'intima unione subordinata allo scopo salvifico dettato dalla Chiesa e quindi al di sopra di esso per importanza: l'Impero deve mettere la spada al suo servizio agendo come braccio armato per sostenere e difendere.(continua) (foto, immagini e fonti Google, wikipedia, archivio personale)