Due città su tre sono fuori legge: gli abitanti, non potendo evitare di respirare, sono costretti a inalare un cocktail di veleni che minaccia la loro salute. E la situazione, non imprevedibilmente vista la mancanza di sostegno al trasporto pubblico e alla mobilità sostenibile, continua a peggiorare. Nel 2011 i superamenti della soglia massima per le polveri sottili sono aumentati del 12% rispetto al 2010. Sono i dati contenuti nel rapporto Mal’aria, lo studio di Legambiente sull’inquinamento atmosferico. Il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati non ha rispettato il limite consentito per le Pm10, le polveri sottili. Torino, Milano e Verona sono in testa con 158, 131 e 130 superamenti registrati nella centralina peggiore di ognuna delle tre città. Sulle 82 città monitorate, 55 hanno esaurito i 35 superamenti giornalieri consentiti dalla legge in un anno. Ben 13 città hanno registrato oltre 100 superamenti del limite di protezione della salute umana. Rispetto al 2010, in alcune città la situazione è peggiorata in modo drammatico: Cremona ha registrato quasi tre mesi in più di aria irrespirabile, Verona due mesi in più, Treviso 50 giorni, Milano 44 giorni, Terni 42, Cagliari e Vercelli 38. Se il trend è chiaro anche le responsabilità risultano evidenti. Il principale imputato nelle città è, oltre al riscaldamento, il traffico, “responsabile sia delle emissioni che escono dai tubi di scappamento dei veicoli che delle 9 mila tonnellate di polveri a livello nazionale che derivano dall’usura degli pneumatici, dei freni e del manto stradale”. Un’aggressione ai polmoni che si potrebbe ridurre assicurando un’alternativa al dominio dell’auto. Ma degli 11 milioni di persone che ogni giorno si spostano solo 2,8 milioni scelgono il treno, anche perché su molte tratte le condizioni continuano a peggiorare per via dei continui tagli delle risorse e dei collegamenti. Aumentare di mille unità i treni in circolazione o investire a lungo termine per portare i passeggeri ad almeno 4 milioni, porterebbe – secondo i calcoli di Legambiente – a risparmiare tra il 3,3 e il 5,5% delle polveri sottili. Una certa efficacia, se abbinate al miglioramento del trasporto pubblico e al sostegno della mobilità a basso impatto ambientale, avrebbero anche le misure di road pricing come quella adottata a Milano. Ma per sconfiggere le polveri sottili, che viaggiano per molte decine di chilometri, bisognerebbe estendere l’esperimento milanese su una scala molto maggiore.