Ogni occasione è buona per un brindisi. Un detto popolare che con varie sfumature è diffuso in tutto il territorio nazionale e che viene messo in pratica assai di frequente. Ma con che cosa brindare? Di solito è sufficiente un calice di vino, ma nelle occasioni particolari si ricorre alle “bollicine”, cioè a quei vini che contengono, disciolta nel liquido, una certa quantità di anidride carbonica. Vi sono sostanzialmente due modi per produrre un vino spumante: il meno costoso consiste nel mettere il vino in un’autoclave e aggiungere anidride carbonica sotto forma di gas alimentare fino al raggiungimento del grado di gasatura desiderato. È un metodo che si usa generalmente per vino frizzanti di qualità non elevata, anche se dà buoni risultati in termini di rapporto qualità prezzo della bottiglia.
Un modo più naturale, anche se assai più complesso è il così detto metodo classico, che nello champagne si chiama metodo champenoise. Esso consiste nell’imbottigliare il vino base e aggiungere lieviti e zucchero in modo tale che i microorganismi possano effettuare le operazioni di trasformazione dello zucchero in alcool rilasciando anidride carbonica che, non potendo uscire a causa del tappo, dovrà sciogliersi all’interno del liquido dando così origine alle bollicine. I lieviti che hanno finito la loro funzione devono essere tolti dalle bottiglie che vengono perciò riaperte per levare i residui e tappate nuovamente col tappo a fungo che siamo abituati a vedere. Un processo lento, che dura almeno diciotto mesi, ma che in alcune realtà nazionali che producono bollicine, come la Franciacorta, è stato portato a ventiquattro mesi per migliorare ulteriormente la qualità del prodotto finito.
La scelta tra “bollicine” francesi e nazionali non è semplice e spesso è dettata più dalla moda che dalla reale conoscenza del prodotto. La bevanda d’oltralpe è da sempre sinonimo di lusso e di festa, mentre le produzioni nazionali sono associate ad un gusto riservato a pochi intenditori. In Italia un numero crescente di aziende vinicole si dedica alla spumantizzazione, anche al di fuori delle aree classiche come la già nominata Franciacorta o la provincia di Trento che in questo senso vantano lunghe tradizioni. Si producono ottimi vini spumanti al nord come al sud, utilizzando vitigni presenti da tempi immemorabili in quelle regioni.
Occorre precisare che la Francia vanta rispetto al nostro Paese una tradizione assai più lunga. Risale infatti all’anno 1670 la scoperta da parte del frate Dom Perignon del processo così chiamato di “rifermentazione in bottiglia” e da allora i nostri vicini hanno affinato le tecniche e selezionato vitigni e lieviti per ottenere prodotti di alta qualità. Sebbene siamo partiti con qualche secolo di ritardo, stiamo lavorando nel senso giusto e la qualità di alcuni nostri prodotti non ha nulla da invidiare ai francesi. Occorre però che i nostri produttori non cadano nella tentazione di seguire scorciatoie di alcun tipo che sarebbero deleterie per l’immagine di un prodotto che si sta affermando e confermando anche al fuori dei confini nazionali.
(foto e immagini da Google.it)