Le Million rappresenta una delle opere paradigmatiche, forse addirittura il maggiore capolavoro di Clair. Film del 1931, la trama si basa, come già nel precedente Un Chapeau de Paille d'Italie, su un vaudeville omonimo scritto da Berr e Guillemaud alla maniera di Labiche. La vicenda, elementare, è riassumibile come un lungo unico inseguimento: i protagonisti, Michel e Prosper, dopo aver comprato un biglietto della lotteria vincente, vengono derubati della giacca che lo conteneva e cercano in ogni modo di rientrare in possesso del loro acquisto. Dopo un complesso, nonché celere passaggio di proprietà, il capo di abbigliamento con al suo interno il preziosissimo contenuto dai ladri è venduto ad uno straccivendolo, poi lo acquisisce una cantante d'opera, infine torna ai proprietari iniziali. Schiere di inseguitori ed un oggetto-motore della vicenda, uniti ad un intreccio circolare, sono anche in questo caso al centro della produzione filmica di Clair. Forse tuttavia l'affannata ricerca di un bene desiderato è solo uno spunto per il regista per concentrarsi su quello che questi ritiene il vero focus, ossia il linguaggio cinematografico. Lo stratagemma narrativo diviene infatti solo il mezzo per poter analizzare a pieno gli strumenti forniti, allo scopo di una innovativa lettura del reale, dalla nuova arte. Il convenzionale rapporto con tempo e spazio è rivoluzionato grazie a processi direttamente filmici quali il montaggio, i rallenti, le dissolvenze e le sovrimpressioni: lo spettatore è proiettato in una realtà dalle diverse coordinate, come un bambino costretto a ripartire dai fondamenti nella conoscenza del mondo e dei suoi elementi -come lo stesso autore si auspicava-. In questo contesto gli oggetti ed i personaggi stessi perdono ogni autonomia, non descritti nella loro individualità sono solo finalizzati all'azione, anch'essa strumento e fine della sintassi filmica. È un artefatto perfetto quello che l'autore crea, la silloge di aspetti a prima vista antitetici tra loro, desunti dai modelli prescelti: dalla comica americana alla Chaplin, alla struttura narrativa convenzionale, alle dinamiche irrazionali del cinema puro, alle tipiche vicende da vaudeville, tutto è fuso in maniera armoniosa.