L’asilo nido è una tappa essenziale per migliorare le capacità cognitive dei bambini soprattutto per quelli nati in famiglie disagiate ma il nido rappresenta anche un valido aiuto per le donne che riescono a rimanere nel mercato del lavoro. Purtroppo solo il 13 % dei bambini riesce a trovare posto e in alcune regioni del sud tale percentuale è ancora più bassa. Parlano chiaro gli studi presentati a Siracusa nella 18° conferenza europea della fondazione Rodolfo Benedetti dai quali emerge chiaramente un legame positivo tra la frequenza al nido e le capacità cognitive. Per giungere a questo risultato ci si è avvalsi di test di valutazione nei bambini che frequentavano la scuola primaria ed è emerso che una maggiore disponibilità di posti nido a livello provinciale è associata a migliori test che valutano le capacità linguistiche. La frequenza del nido riduce anche la probabilità di essere sovrappeso tra gli 8 e i 14 anni. Purtroppo i posti disponibili negli asili nido è ancora troppo limitato e questo ritardo, tutto italiano, non fa che nuocere alle famiglie e al lavoro femminile. In Danimarca le donne occupate con almeno un figlio sono l’81% mentre in Italia solo il 50%.