Che l’Iran non fosse un Paese democraticamente evoluto lo si sapeva da lungo tempo, ma adesso siamo arrivati davvero agli eccessi. Non bastava la sfida atomica lanciata dal “tiranno” Ahmadinejad. Adesso pure i diritti umani dei suoi concittadini vengono violati. La pena di morte è già di per sé una cosa aberrante. Se in più entriamo nel merito dell’esecuzione, possiamo capire come i metodi usati siano da Medioevo, se non addirittura da Preistoria: la lapidazione e l’impiccagione. Pubblico omicidio e pubblica umiliazione, per una persona colpevole solamente di avere un altro uomo. Sia chiaro, non tutto deve per forza risolversi con una guerra internazionale, ma in qualche modo i Paese più sviluppati e con una democrazia più avanzata dovrebbero impegnarsi a spiegare a questi incivili cosa sono i diritti umani e quanto valga una vita rispetto ad un adulterio. La convinzione è che, caduto il pretesto dell’impiccagione grazie alle fortissime pressioni internazionali, ora il governo di Teheran abbia costruito ad hoc il dossier contro la povera Sakineh per trovare un secondo pretesto per poterla uccidere, questa volta tramite impiccagione. La pena di morte, nel Terzo Millennio, dovrebbe essere solo un lontano ed oscuro ricordo, dovrebbe essere totalmente abolito dalla faccia della Terra, perché nessuna persona e nessuno stato si possono permettere di punire un omicidio togliendo la vita all’omicida. Si macchierebbero anche loro dello stesso reato e, secondo il loro modo di pensare, anche loro stessi dovrebbero essere giustiziati. Ma non è così. Esistono l’ergastolo e il carcere duro, che bastano e avanzano a punire anche i più gravi reati, ma conservano l’umanità che ogni punizione dovrebbe avere. Forza Sakineh, non mollare. Il mondo evoluto, democratico e rispettoso della vita di ogni persona è tutto dalla tua parte!
( foto e immagini da google.it)