Leggendo i dati pubblicati dall’ Istat si nota come è purtroppo in aumento il numero delle famiglie italiane che non riescono a far fronte alle spese essenziali o che hanno notevoli difficoltà ad arrivare a fine mese. Questi dati pubblicati alla fine di dicembre si riferiscono allo scorso anno, ma è inverosimile credere che oggi le cose possano andare meglio considerato che, rispetto alla fine del 2008, ci sono in Italia mezzo milione di disoccupati in più. Le ricerche sulle “Condizioni di vita e distribuzione del reddito” vengono effettuate nel contesto di un progetto europeo che indaga a trecentosessanta gradi ponendo domande standardizzate. Gli italiani, rispetto ad altri paesi, sembrano o messi peggio o più propensi a lamentarsi. Infatti, in Francia, solo il 3% afferma di avere difficoltà a sbarcare il lunario, in Germania il 2%, in Spagna il 13%, mentre dichiarano quote peggiori solo Grecia, Portogallo ed Europa dell’ Est. Undici famiglie su cento rispondono di non potersi permettere un riscaldamento adeguato. La situazione dal 2007 al 2008 è peggiorata soprattutto nel Meridione, dove alla fine dello scorso anno, ad arrivare alla fine del mese con forti difficoltà erano il 17% delle famiglie, rispetto al 15,4% dell’ultima parte del 2007. Ancora più accentuato è stato il salto nel Sud e nelle Isole con un incremento dal 22% al 25,6%. A pagare dazio in misura maggiore sono le famiglie numerose, con cinque o più componenti, con un peggioramento dal 2007, quando si dichiarava in difficoltà il 25% delle famiglie, al 2008 con una percentuale che raggiunge il 29,6%. Nelle famiglie con a carico tre o più figli minori nel 2008 si arriva al 32,9% in confronto al 25,9% del 2007. Analizzando le fonti di reddito si osserva che, a stare peggio rispetto all’ anno precedente, sono soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati, mentre risulta sostanzialmente invariata la situazione dei lavoratori autonomi e di chi percepisce altri redditi. Per questo le confederazioni sindacali invocano sgravi fiscali a beneficio dei lavoratori dipendenti. Nei dati resi noti dall’ Istat, basati su un campione di 21.000 famiglie, i redditi netti (anno 2007) ammontano all’ incirca a 33.000 euro annui per una famiglia dove la fonte primaria di reddito è il lavoro dipendente e di 41.500 nei nuclei familiari che poggiano le loro fondamenta sulle entrate da lavoro autonomo. Tuttavia non sembrano accentuarsi le disuguaglianze tra ricchi e poveri che rimangono maggiori nelle regioni più povere e popolose e nel Lazio, mentre sono minori a Nord di Roma. La Cgil ha effettuato calcoli in base ai quali si riscontra che a fine 2009 la percentuale delle famiglie in difficoltà avrebbe toccato circa il 25% nel caso dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, in confronto al 16,7% e al 18,7% dei dati Istat. Solo tra un anno questi dati potranno essere confermati o smentiti. Il segretario confederale Cgil Agostino Megale, denuncia che il reddito reale delle famiglie in calo dello 0,4% nel 2008, si sarebbe abbassato di un ulteriore 0,5% nel 2009. Il parere del dirigente Cgil è che “ il volto reale del paese” è quello rappresentato dai suddetti dati in contrapposizione all’ottimismo del governo, con “ 1.200.000 persone in cassa integrazione” e qualcosa come mezzo milione di posti di lavoro in meno. A sostenere che la disoccupazione in Italia si aggraverà per tutto il 2010 sono le più importanti previsioni internazionali. Sulla scorta di queste notizie poco incoraggianti, e al netto di qualsiasi posizione politica, viene spontaneo pensare che la crisi economica delle famiglie purtroppo è reale e la si nota nella vita quotidiana. Non resta perciò che formulare un pressante invito alla classe politica del nostro Paese e in primis a chi attualmente ne detiene il comando, a concentrare i propri sforzi sui reali bisogni degli italiani, che hanno dato il loro voto affinché venissero risolti i problemi di tutti, senza perdere tempo in finte riforme che in realtà vengono fatte solo a beneficio di qualcuno. (Foto e immagini da Google.it)