Al SANA 2010 (Salone internazionale del naturale - Bologna 9-12 settembre 2010) sono stati presentati, per la prima volta congiuntamente, i dati dell'Osservatorio sui consumi SANA-GPF e quelli del Sinab, sulle produzioni e sul consumo del biologico in Italia. L'agricoltura biologica italiana mantiene una posizione di prim'ordine all'interno di uno scenario mondiale che vede una continua crescita della produzione e del consumo di prodotti Bio. Nell'ultimo anno la superficie globale coltivata senza l'impiego di sostanze chimiche e di sintesi è aumentata di 3 milioni di ettari e le vendite dei prodotti BIO hanno avuto un incremento di oltre 3 miliardi di euro, raddoppiando il valore commerciale del 2003 e confermando la tendenza degli ultimi anni che ha fatto registrare un continuo sviluppo, a livello mondiale, dell'agricoltura biologica con una crescita media annua dal 10 al 20%. L'agricoltura che rispetta l'ambiente e Madre Terra diventa una realtà sempre più concreta con una superficie coltivata di oltre 35 milioni di ettari (a cui vanno aggiunti altri 31 destinati alla raccolta dei prodotti spontanei e all'apicoltura), 1.400.000 aziende produttrici suddivise in 154 paesi e con un mercato del valore di oltre 50 miliardi di dollari. L'Australia, con oltre 12 milioni di ettari, è il primo paese per superficie coltivata a biologico, mentre l'Italia con circa 1 milione di ettari, si trova all'ottavo posto della classifica mondiale dopo Argentina, Cina, USA, Brasile, Spagna e India. A livello europeo, l'Italia occupa il secondo posto dietro la Spagna che supera il nostro paese per la maggior superficie a pascoli e boschi: mentre nella classifica delle superfici coltivate il primato rimane all'Italia davanti a Germania, Gran Bretagna e Francia. L'Italia detiene altri primati: è al primo posto in Europa per il numero di aziende agricole che hanno scelto il metodo biologico; è il primo produttore al mondo di ortaggi biologici, cereali (con circa 250.000 ha), uva (con 38.000 ha, circa il doppio della Francia), agrumi, olive e si colloca al secondo posto per il riso; l'Italia è anche il maggior esportatore mondiale di prodotti biologici per un valore di circa 1 miliardo di euro, la maggior parte dei prodotti biologici e biodinamici prodotti nel nostro paese sono indirizzati all'estero (Europa, Stati Uniti e Giappone); nella categoria confetture e marmellate, un'azienda biologica italiana supera le vendite dei grandi marchi industriali e dei marchi privati dei supermercati. Nel nostro paese vengono prodotte anche delle vere e proprie eccellenze agro-alimentari Bio che nel corso degli anni hanno vinto premi prestigiosi nei concorsi internazionali dedicati a prodotti come vino olio e formaggio. In Italia, il settore dei produttori biologici permane caratterizzato da alcuni aspetti originali rispetto alla situazione generale dell'agricoltura italiana: elevata percentuale di donne imprenditrici (25%) e di giovani (il 50% ha meno di 50 anni), scolarizzazione elevata (il 50% dei produttori bip ha il diploma, il 17% la laurea) e la propensione all'utilizzo delle nuove tecnologie (il 52% usa Internet). La domanda dei consumatori biologici è concentrata soprattutto in Europa e nel Nord America che insieme, acquistano il 97% dei prodotti, mentre in Australia, America Latina e Asia sono in aumento le coltivazioni Bio ma sono destinate principalmente all'esportazione. I paesi con il mercato del biologico più importante sono Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia e i paesi con il consumo pro capite maggiore sono Svizzera e Austria seguiti da Danimarca e Svezia. Secondo una recente ricerca di mercato europea, i prodotti biologici e equo solidali si affermano sempre di più sulle tavole: il 38% dei cittadini europei dichiara di aver acquistato più volte prodotti biologici (in particolare le donne). I consumi del Bio nel nostro paese restano al di sotto della media europea con circa il 3% della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane contro quote che arrivano vicino al 20% in altri paesi europei come Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Paesi Scandinavi. Il mercato del Bio italiano è stimato sui 3 miliardi di euro, con circa 1,8 miliardi di vendite al dettaglio in supermercati, negozi specializzati, vendite dirette delle aziende agricole, consegna a domicilio e ai gruppi di acquisto. Nonostante la crisi generalizzata dei consumi, le vendite di prodotti bip hanno avuto incrementi in tutti i canali di vendita. I punti vendita specializzati nel biologico sono oltre un migliaio di negozi distribuiti in tutt'Italia (in prevalenza al Nord e al Centro) e nell'ultimo anno hanno confermato la tendenza all'aumento delle vendite, registrata nel 2009, con una media del +10% nei negozi indipendenti e fino a +15% nei punti vendita affiliati in franchising. In aumento anche le vendite dirette degli agricoltori (sono oltre 2000 le aziende agricole che offrono direttamente al pubblico i loro prodotti presso spacci aziendali o nei mercati e fiere o ai gruppi di acquisto). Aumentano i ristoranti che propongono piatti con prodotti Bio, sono circa 500 in particolare nel Centro Italia e nelle grandi città. La grande distribuzione offre una gamma limitata di prodotti Bio rispetto ai concorrenti europei ma tutte le catene propongono una linea di prodotti biologici a proprio marchio. Il mercato dei prodotti biologici ha subito incrementi anche nei supermercati e il valore è di circa 400 milioni di euro. Durante quest'anno scolastico dovrebbe aumentare il consumo di prodotti biologici anche nel comparto della ristorazione scolastica, che attualmente vale tra i 200 e i 250 milioni di euro, poiché anche l'amministrazione di Milano si è adeguata alla legge che prevede l'utilizzo di prodotti Bio nelle mense scolastiche.