La città di Volterra è nota e famosa in tutto il mondo. Sorge tra le meravigliose colline toscane, su una rocca che domina le terre circostanti. All’interno delle mura si sono accumulati per secoli monumenti ed architetture di rara bellezza. Già nei primi anni del novecento ci fu chi si preoccupò di valorizzare un bene prezioso della città: gli splendidi quadri che vi erano conservati.
L’idea della realizzazione di una pinacoteca venne portata avanti con successo da un personaggio straordinario. Corrado Ricci fu un grande storico dell’arte e un soprintendente assai impegnato nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Dal 1903 fu Direttore degli Uffizi di Firenze e soggiornò ripetutamente a Volterra insieme alla moglie. In quegli anni dette alle stampe un libro sui monumenti e le opere d’arte della città. Illustrò al sindaco e alle autorità cittadine un suo progetto per creare una Galleria Pittorica nella città della quale aveva subito il fascino e che voleva valorizzare. Il Sindaco accolse favorevolmente la proposta e organizzò un incontro con i rappresentanti degli Enti cittadini che possedevano opere d’arte. Da quel momento iniziò il cammino che vide la nascita della Pinacoteca della città di Volterra.
Corrado Ricci aveva previsto un museo innovativo, non tanto nel modo di esporre le opere, quanto nel metodo da usare per la scelta dei quadri da collocarvi. Il suo suggerimento, accolto in pieno, fu quello di collocare nel nuovo museo le opere che non si trovavano più nei luoghi per i quali erano nate. Quadri che erano stati ad esempio realizzati per le chiese che al momento erano pericolanti. Oggetti d’arte esuli, da ospitare come persone anziane rimaste senza un ricovero. Le opere di questo genere erano abbondanti. Dopo la soppressione di numerosi Enti religiosi e monasteri si erano accumulate opere d’arte nei palazzi pubblici e nelle cappelle del Duomo.
Il nucleo principale della raccolta era costituito da opere di autori come Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli e, principalmente, dalla grande pala della Deposizione di Rosso Fiorentino. In particolare questo quadro rappresenta il fulcro centrale di tutta l’esposizione volterrana.
Corrado Ricci aveva avuto una intuizione giusta. Dopo i primi anni, durante i quali il numero di visitatori era rimasto limitato, il numero dei biglietti emessi aumentò enormemente. Fu soprattutto grazie ad un illustre visitatore, quel Gabriele d’Annunzio che soggiornò ripetutamente a Volterra e vi ambientò il romanzo “Forse che sì forse che no”. Nelle pagine compaiono belle descrizioni dei quadri della pinacoteca che fecero grande propaganda alla città e alla Pinacoteca.
Il crescendo di visitatori non ha conosciuto soste. Oggi decine di migliaia di persone visitano la Piancoteca, una esposizione nata dall’intuito di un uomo di grande cultura e sensibilità.
(foto e immagini da Google.it)