Casi più disparati arrivano ad ogni ora, due parole alla reception e poi ore in attesa. Un attesa non in ordine di arrivo ma di urgenza, valutato dall'infermiere addestrato per classificare a che colore deve essere assegnato il paziente. Questa classificazione e' il triage; dal francese trier sciegliere in base alla gravità e delle eventuali compromissioni delle funzioni vitali. I livelli vengono distinti con i colori: rosso in pericolo di vita, giallo potenziale pericolo di vita, verde nessuna compromissione, bianco nessuna urgenza. Ecco come inizia una giornata, senza considerare gli accompagnatori abbandonati senza risposte per ore. Li si incrociano storie, vite vissute e da vivere, persone che sentendosi nelle stesse condizioni d'attesa si confidano si sfogano, parlando anche delle questioni personali senza porsi il problema di chi si ha di fronte. Volti disperati, impauriti, stanchi snervati da quell'atmosfera che sembra non mutare mai, le ore al pronto soccorso sembrano non passare. Tutto ovattato, chiuso in una stanza il malato; fuori in compagnia della disperazione degli altri i famigliari che aspettano impazienti il sopraggiungere del medico o di una figura che dica loro “ tutto a posto niente di grave”... e la vita continua nel suo divenire.