Persiste dunque la crisi, in un contesto in cui i segnali di ripresa dell’economia a livello mondiale vedono l’Italia con tassi di crescita più ridotti; permangono così forti incertezze sulle prospettive dell’occupazione e particolarmente sugli squilibri che penalizzano le donne, il Mezzogiorno e, soprattutto, i giovani. Un motivo in più per sottolineare che sarebbe un errore imperdonabile sottovalutare la questione giovanile o tardare ad affrontarla; non facendosi carico di quanti, anche al termine di lunghi, faticosi e costosi processi formativi, affrontano crescenti difficoltà ad affacciarsi sul mercato del lavoro, a conquistare la propria autonomia, a progettare il proprio futuro”. In questo contesto, conclude il professore di Statistica, “la laurea rimane comunque un investimento, che garantisce nell’arco della vita più occupazione e guadagni migliori. Un investimento necessario per scommettere sullo sviluppo del Paese. L’indagine ha riguardato complessivamente oltre 7.500 laureati di Genova. Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Genova, è pari al 51%, un valore superiore alla media nazionale (46%). L’occupazione tiene per i laureati di Genova di primo livello. Tra gli occupati triennali di Genova, il 34% è dedito esclusivamente al lavoro, il 17% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 55%: il 38% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 17% studia e lavora. Il 7,5% dei laureati triennali di Genova non lavorando e non essendo iscritti alla laurea specialistica, si dichiarano alla ricerca di lavoro. Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea, 38 laureati su cento di primo livello di Genova (la media nazionale è del 39%). Il lavoro atipico (contratti a tempo determinato, collaborazioni, ecc.) coinvolge 43 laureati su cento di Genova, come nel complesso dei laureati di primo livello. L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che nella maggioranza dei casi continua gli studi, rimanda cioè al post-laurea di tipo specialistico il vero ingresso nel mondo del lavoro. Cosa avviene, dunque, ai laureati specialistici a un anno dalla laurea? Il tasso di occupazione è buono: a dodici mesi dalla conclusione degli studi risulta occupato il 62,5% dei laureati specialistici dell’Università di Genova; un valore superiore alla media nazionale del 55,7%. Ma c’è anche il 15% dei laureati che continua la formazione (è il 16% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 23% dei laureati specialistici di Genova, contro il 28,5% del totale laureati. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per il 38% dei laureati di Genova (è il 35% nella media nazionale). Il lavoro atipico coinvolge il 44,5% dei laureati specialistici di Genova (è il 46% nel complesso degli specialistici biennali). Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano considerevolmente infatti i laureati di Genova del 2005 (sono 949 laureati pre-riforma quelli indagati, con un tasso di risposta del 74%), intervistati dopo cinque anni raggiungono un tasso di occupazione dell’87%. Migliorano la stabilità (che coinvolge il 78% dei laureati) e il guadagno che è di quasi 100 € più alto della media italiana.