Il Tao è una antica filosofia di origine cinese le cui origini risalgono alla notte dei tempi. L’interesse verso questo pensiero è in crescita nel mondo occidentale, sempre più alla ricerca delle radici e dei valori fondamentali dell’uomo e della natura. Ma si può dipingere un modo di pensare, una filosofia?
Il maestro Franco Sumberaz, apprezzato pittore livornese, ha inaugurato recentemente a Viareggio una mostra di grandi quadri intitolata “Gli otto immortali”. Sono grandi tele che rappresentano quelli che secondo il Tao sono gli archetipi, gli elementi fondamentali della natura.
La Versilia è assai ricca di iniziative estive rivolte al numeroso pubblico che frequenta le sue spiagge e i gli innumerevoli locali del litorale. La mostra del maestro Sumberaz si distingue in questo panorama. L’ambientazione è molto particolare. Nell’ampio salone del Centro Congressi dell’Hotel Principe di Piemonte i quadri sono disposti a formare un ampio cerchio e lo spettatore che si pone al centro ha una visione delle rappresentazioni quasi oniriche della natura. Le tavole rappresentano il tuono, il vento, il fuoco, la terra, il lago, il cielo, l’acqua e il monte.
Dice il maestro Sumberaz a proposito de “Gli otto immortali”: “è stata un’esperienza straordinaria, qualcosa che, forse, non ti salva la vita, ma che è stata particolarmente vissuta e sofferta per apprezzare l’intensità dell’amare. Il fare pittura è utilizzare i sensi e l’intuizione, ma soprattutto è uno stato dell’anima, una sorta di illuminazione che si raggiunge quando emozioni e intelletto viaggiano assieme”. Affermazioni che lasciano trasparire un profondo impegno intellettuale nella realizzazione delle opere, studio e applicazione che anche sono evidenti nelle opere pittoriche.
Il maestro Sumberaz prosegue il racconto della sua esperienza: “adoro trovarmi davanti ad una trama di segni e colori ancora privi di forma e lasciarmi condurre verso universi sconosciuti. Mi piace addentrarmi in mondi e territori che non conosco”. E questa sua esperienza lo porta ad esplorare mondi diversi da quelli che viviamo nella quotidianità.
Mettersi al centro di quel cerchio de “gli otto immortali” trasmette sensazioni difficili da descrivere, ma reali, fisiche. Quadri che emettono energia e la riversano sugli spettatori che non possono far altro che lasciarsi trasportare in quei mondi immaginati dal pittore mentre lavorava a quelle grandi tele.
Il maestro Sumberaz conclude dicendo: ”lascio agli astronauti il compito di esplorare altri pianeti, io invece mi accingo a compiere l’unico viaggio che mi è permesso, quello di entronauta”. Ed anche coloro che visiteranno la mostra saranno stimolati dalla visione delle opere a compiere un seppur breve viaggio dentro se stessi alla riscoperta di emozioni e sensazioni che solo le vere opere d’arte possono trasmettere.
(foto e immagini da google.it)