È stata definita la “Parigi d’Oriente”, ma anche “bordello dell’Asia” e “paradiso degli avventurieri”. Si tratta della città di Shanghay, la più popolosa metropoli del mondo. Gli abitanti sarebbero infatti oltre 30 milioni, in continua crescita numerica. Attualmente è considerata la vera e propria capitale economica della Cina.
La sua ascesa è stata formidabile fino al 1937, quando, con lo scoppio della guerra col Giappone, iniziò un lungo periodo di declino. Dalla metà degli anni ottanta la città ha avuto un “risveglio” ed oggi si propone orgogliosamente come la vetrina della “nuova Cina” e del successo inarrestabile del suo “comunismo di mercato”. Altissimi grattacieli si stagliano contro l’orizzonte e quella quantità enorme di acciaio e cristallo indica il successo crescente della metropoli.
Shanghai non dimentica però la giornata di sabato 1 dicembre 1934. Una data molto importante per tutti i suoi abitanti. Quel giorno venne infatti inaugurato il Park Hotel il più lussuoso albergo in città. Ne diedero notizia i giornali che pubblicarono supplementi speciali dedicati all’evento con titoli trionfali e toni altisonanti. L’orgoglio della città era alle stelle perché anche Shanghay poteva vantare un grattacielo modernissimo, degno rivale delle più avanzate metropoli americane ed europee.
La città di Shanghay sorge alle foci del lunghissimo fiume Yangtse, su un terreno paludoso intriso d’acqua. Le case in pietra che erano state costruite precedentemente affondavano letteralmente per le condizioni del terreno. È facile capire che la costruzione di un grattacielo non deve essere stata cosa semplice per i progettisti. La squadra di tecnici era guidata da Lazlo Hudec, ed anch’essi quel sabato parteciparono a buon diritto ai festeggiamenti, orgogliosi e fieri di aver portato a termine una vera e propria impresa.
Lazlo Hudec, di origini ungheresi, si laurea in architettura a Budapest ed arriva a Shanghay all’età di venticinque anni, senza un soldo e col solo talento in architettura. In circa quindici anni riesce a formare uno studio professionale con oltre sessanta collaboratori ed ha al suo attivo la costruzione di oltre cinquanta edifici per clienti cinesi ed occidentali. Riceve l’incarico di progettare un grattacielo che sapesse coniugare le aspirazioni della popolazione cinese con le esigenze di modernità e di avanguardia.
Il Park Hotel, albergo ancora oggi in esercizio, è ricco di dettagli architettonici che lo rendono facilmente riconoscibile. Il progettista aveva cercato di utilizzare nel progetto anche le spinte artistiche che arrivavano dall’Europa con i movimenti pittorici di quegli anni. Una sapiente miscela di gusti occidentali adattati all’ambiente metropolitano di Shanghay hanno messo in opera un albergo che è stato, ed è ancora oggi crocevia e punto di incontro di uomini d’affari di respiro internazionale.
Grandi saloni interni ricchi di decorazioni che appaiono più moderne rispetto ai primi anni trenta, camere che ancora hanno il fascino di un lusso e di un’eleganza ormai passati. Dai ristoranti e dalla terrazza si gode il panorama dei un susseguirsi di costruzioni umane che ormai non lascia più spazio alla natura. Dalla piazza antistante, il grattacielo ideato da Lazlo Hudec appare in tutta la sua magnificenza e le linee architettoniche che corrono verso il cielo sembrano dare ulteriore slancio alla costruzione.
Ancora oggi Shanghay va fiera di quel Park Hotel che venne inaugurato in un sabato del 1934 e che si lascia ammirare e apprezzare per un’architettura che va contro il tempo e che mantiene inalterato, anche a distanza di molte decine di anni, tutto il suo fascino. E che rimane una meta da visitare per anche per chi si reca nella città cinese solo per affari.
(foto e immagini da Google.it)