Per capire se il sentimento anticasta, ormai così forte nel nostro Paese, sia effettivamente fondato su dati di fatto, basta fare chiarezza su alcuni numeri. E soprattutto risulta molto interessante confrontare i guadagni dei nostri onorevoli con quelli dei loro colleghi europei. In Inghilterra, per esempio, un deputato della prestigiosa House of Commons ha diritto al rimborso spese per i pasti solo quando le sedute si protraggono oltre le 19,30, e per i taxi quando i lavori finiscono dopo le 23. In alternativa, per recarsi in Parlamento, può chiedere che gli vengano rimborsate le spese per l’ autobus o per la metropolitana. Anche se dovesse arrivare dalla stazione o dall’ aeroporto, dopo aver viaggiato, “of course”, solo in classe economica. In Italia, invece, i nostri rappresentanti in Parlamento, beneficiano sempre e comunque di rimborsi di 1.300 euro al mese per i trasferimenti casa-aeroporto-Montecitorio. Già questi primi dati aiutano a capire, semmai ce ne fosse ancora bisogno, come mai il sentimento dell’ antipolitica sia in Italia più forte rispetto al resto d’ Europa, pur in un momento storico in cui anche negli altri paesi del vecchio continente soffia forte il vento della rivolta verso chi detiene il potere e i suoi privilegi. E non servono di certo ad alleviare questo diffuso sentimento, i pochi tagli sulle prebende più ingiustificate (come la tessera del cinema gratis che è stata cancellata), considerato che i deputati beneficiano ancora di libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea. Anzi, a fare aumentare la rabbia dei cittadini, votazioni come quella del novembre 2007 quando l’ aula del Senato bocciò (266 voti contro 36) una proposta del comunista Turigliatto, sostenuto dalla Lega, per dimezzare gli stipendi dei parlamentari. I nostri onorevoli, rispetto ai colleghi francesi, inglesi o tedeschi, guadagnano di più e in alcuni casi anche il doppio. A dimostrarlo un dossier riservato della Camera che in 33 pagine esamina tutte le voci che messe insieme compongono i compensi dei parlamentari in Europa. Uno studio dettagliato che appura come lo status di “onorevole” goda ovunque di vari privilegi. La differenza tra un paese e l’ altro la fa il senso civico. Basta pensare che in Gran Bretagna è sufficiente che siano scoperti rimborsi spese non regolari, per costringere ad immediate dimissioni i ministri. In Germania, invece, vige una prassi che spicca per trasparenza: i deputati del Bundestag, infatti, stabiliscono l’ importo dei loro stipendi in seduta plenaria. Anche se la manovra ha diminuito di 1000 euro gli stipendi, l’ indennità, vale a dire la paga base di ogni deputato, in Italia, rimane la più alta con 11.703 euro lordi, seguita dal Parlamento europeo con 7.956 euro, dalla Germania con 7.668, dalla Francia con 7.100 e dalla Gran Bretagna con 6.350. Parliamo di competenze al netto delle tasse di 5.677 euro netti per i francesi e di 5.500 euro netti per gli italiani, i quali, però, sommando le altre voci, raggiungono circa i 14mila euro netti, da cui detrarre le spese. A differenza degli altri paesi dove le spese sono rimborsate in base a criteri rigorosi. Cifre alla mano si scopre che il totale delle competenze lorde riconosciute ai deputati in Italia equivale a 20.486 euro (incluse le spese per i portaborse), in Francia a 13.928, in Germania a 12.652 e in Gran Bretagna a 10.508 euro. Ma, è importante sottolineare, che i contratti dei deputati francesi, tedeschi e inglesi sono gestiti dalle amministrazioni dei Parlamenti e, per più persone assunte, possono raggiungere i 14mila euro lordi della Germania o i 9-10mila di Francia e Inghilterra. In Italia, invece, i nostri “portaborse” possono arrivare a 3.690 euro lordi, pagati dai gruppi politici o dal deputato. Per quanto riguarda le spese di “diaria”, cambiano da paese a paese. Gli italiani ricevono 3.500 euro, i tedeschi 3.984, i parlamentari europei 2.432, gli inglesi 1.922, i francesi nulla. In Francia alcuni parlamentari dispongono di uffici “doppi” dove possono pernottare, gli altri, invece, hanno la possibilità di albergare in un residence convenzionato con l’ Assemblea nazionale. I deputati francesi godono, anche, di un prestito di 76mila euro al tasso del 2% per acquistare una casa o un ufficio a Parigi o nel collegio. I parlamentari tedeschi, con i 3.984 euro percepiti, fanno fronte alle spese di soggiorno, a quelle per gli uffici nel collegio e ai viaggi. Interessante far notare che i tedeschi hanno un regime assai severo: subiscono, ad esempio, una trattenuta sull’ indennità di 20 euro per le assenze, anche se dovute ad un ricovero in ospedale. Gli inglesi che non prendono in affitto un appartamento hanno la possibilità di chiedere un rimborso per l’ albergo di importo non superiore a 150 euro a notte per dormire a Londra. Per arginare i privilegi della casta italiana qualcuno propone di adottare in toto il regolamento del Parlamento europeo che prevede: assunzioni dei collaboratori fatte dalle Camere, rimborsi spese dietro presentazione dei giustificativi, parte dell’ indennità legata alle presenze in commissione. Quest’ ultima parte della proposta è stata recentemente introdotta in Francia, e viene invocata frequentemente in Italia, dove, spesso, le commissioni sono deserte, e dove si pagano in solido solo le assenze in aula con una riduzione degli stipendi. La mia personalissima opinione è che qualsiasi provvedimento, magari di facciata, può essere aggirato se la nostra classe politica, soprattutto in un forte momento di crisi economica generale, non ha l’ onestà e la sensibilità di dimostrarsi vicina ai problemi della gente comune, rinunciando a ingiusti privilegi. Certo, vedendo le differenze di guadagni tra i nostri “rappresentanti” e quelli degli altri paesi europei, c’ è da pensare che i “nostri” lavorano molto di più e soprattutto sono dotati di qualità nettamente superiori. Si, ma quanto costa la casta! (Foto e immagini da Google.it)