Una bicicletta, una borsa capiente, tanta forza nelle gambe e il gioco è fatto. Questi sono i requisiti essenziali per i bike messengers, che dovremo abituarci a vedere sempre più spesso anche nelle nostre città.
Le loro origini sono da ricercarsi lontano nel tempo, quando le biciclette, da poco inventate, furono viste come un mezzo ideale per effettuare consegne di piccoli pacchi o documenti. Inizialmente il fenomeno era esclusivamente americano, e solo negli anni ‘70-‘80 del secolo scorso ha iniziato a prendere piede anche nelle città europee, soprattutto per i problemi legati alla congestione del traffico. Nelle grandi metropoli spesso occorre impiegare molto tempo per percorrere brevi distanze, mentre la bicicletta consente di essere agili nel traffico e di accorciare il tragitto passando attraverso zone vietate ai mezzi a motore, un’ottima soluzione nel caso di consegne urgenti da fare.
I corrieri in bici consegnano qualunque oggetto, limitati solo dalla capienza delle loro borse e non si fanno fermare dalle condizioni climatiche avverse: pedalano tutto l’anno, anche se piove o nevica. In città come New York, dove le condizioni meteorologiche sono estreme nella stagione invernale e il traffico è impietoso verso i mezzi a due ruote, i bike messengers rischiano ogni giorno la vita per consegnare i pacchi in tempo, la loro è quasi una missione.
Sebbene il fenomeno sia ormai diffuso in tutto il mondo, si possono trovare dei caratteri comuni a tutti i ragazzi che svolgono questa attività, soprattutto per quanto riguarda l’attrezzatura utilizzata. Le biciclette sono solitamente a scatto fisso, cioè ad un solo rapporto e con il movimento dei pedali direttamente collegato a quello della ruota posteriore, preferite per la loro leggerezza e semplicità meccanica, che richiede poca manutenzione e consente riparazioni più veloci. Le borse utilizzate sono le cosiddette “messenger bags”, borsoni cerati, resistenti all’acqua, da portare a tracolla dai quali è possibile estrarre il contenuto velocemente e senza bisogno di toglierli dalle spalle. Questo fa sì che quello del bike messenger non sia soltanto un mestiere, ma uno stile di vita, nel quale sempre più ragazzi si riconoscono in tutto il mondo.
In linea con la nuova tendenza verso uno stile di vita sempre più sano ed ecologico, fare consegne in bicicletta è diventato anche un modo per sentirsi utili per la propria città, risparmiando per ogni chilometro percorso circa quindici grammi di anidride carbonica, che sommati per tutti i chilometri percorsi ogni giorno dai bike messengers, diventano tonnellate all’anno. La rapidità delle consegne, la sostenibilità del mezzo e la grande novità che questo tipo di trasporto costituisce per il nostro Paese, ha fatto si che in un numero sempre maggiore di città si diffondessero i bike messengers, da Milano a Roma, Parma, Bari e molte altre, utilizzati come corrieri sia dai privati cittadini, sia dalle grandi aziende.
In una società tecnologicamente avanzata, nella quale vengono continuamente fatti grandi progressi per migliorare i mezzi di trasporto, rendendoli più veloci, sicuri e meno inquinanti, la bicicletta, il più antico mezzo meccanico di locomozione, rimane l’unica vera soluzione per muoversi rapidamente nel traffico a impatto zero, e chissà se proprio i bike messengers non saranno i pionieri della vera rivoluzione ecologica.
(foto e immagini da Google.it)