L’art. 9 della nostra Costituzione recita: “ La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”. Possiamo dire che non a caso questo articolo è stato collocato tra i principi fondamentali della Carta (i primi dodici articoli) perché cultura, ricerca scientifica e tecnica, paesaggio e patrimonio storico ed artistico in un Paese come l’Italia non potev ano essere altro che valori fondanti. I
l legislatore costituente, infatti, fu davvero lungimirante poiché capì che da un lato la promozione della cultura (e quindi dell’insieme delle conoscenze umane per favorire lo sviluppo intellettuale del singolo individuo) così come della ricerca scientifica e tecnica (allo scopo di ottenere l’allargamento della conoscenza anche attraverso la scoperta di nuovi strumenti per lo sfruttamento delle risorse disponibili in modo da soddisfare i bisogni umani) e, dall’altro, la tutela del patrimonio paesaggistico, storico ed artistico, di cui l’Italia ha la fortuna di disporre, dovevano essere poste alla base dello Stato democratico. In effetti una Costituzione come la nostra che si propone di tutelare l’uomo sia come singolo che nelle c.d. formazioni sociali “ove si svolge la sua personalità” (come recita l’art. 2) deve garantire, anche, l’assoluta libertà della cultura, in tutte le sue forme, e l’autonomia di tutte quelle strutture o enti che si occupano della promozione di essa e della ricerca scientifica e tecnica.
D’altro canto è fondamentale anche la tutela del paesaggio, nozione che ha conosciuto una certa evoluzione nel corso del tempo: se i costituenti infatti con tale termine indicavano solo le bellezze naturali ed il panorama, oggi possiamo ben dire che con esso si fa riferimento a molto di più, ossia al territorio inteso non solo secondo la sua conformazione naturale ma anche secondo le caratteristiche conseguenti all’attività dell’uomo; in altre parole, si fa riferimento al c.d. “ambiente” che pertanto comprende sia interessi, per così dire, naturalistici in senso stretto, sia culturali, educativi e ricreativi. Con queste premesse diventa conseguenziale il riferimento alla necessità di tutelare anche i beni culturali e cioè il patrimonio storico ed artistico della Nazione.
Il valore ed il significato profondo dell’art. 9 furono sottolineati, in maniera molto efficace, dall’ex Presidente della Repubblica Ciampi in un discorso da lui pronunciato il 5 maggio del 2003 in occasione della consegna delle medaglie d’oro ad alcune personalità benemerite dell’arte e della cultura. Egli sottolineò come il cuore dell’identità nazionale italiana “di quella Nazione che è nata ben prima dello Stato” risieda proprio “nel patrimonio artistico, nella lingua e nella capacità creativa degli italiani”. Secondo l’allora Capo dello Stato “l’identità nazionale degli italiani si basa sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che non ha eguali nel mondo.
Forse l’articolo più originale della nostra Costituzione repubblicana è proprio quell’articolo 9 che, infatti, trova poche analogie nelle costituzioni di tutto il mondo.” I due commi dell’articolo sono intimamente connessi perché sviluppo, ricerca, cultura e patrimonio formano un tutt’uno; anche la tutela, aggiunge Ciampi, non va intesa semplicemente come salvaguardia di ciò che c’è, che esiste già, ossia in modo passivo, ma, viceversa, “in senso attivo, e cioè in funzione della cultura dei cittadini, deve rendere questo patrimonio fruibile da tutti”. Questa deve essere la “missione” della nostra Patria, “la cultura e il patrimonio artistico devono essere gestiti bene perché siano effettivamente a disposizione di tutti, oggi e domani per tutte le generazioni.”
Altro aspetto non meno importante è la doverosa gestione economica dei beni culturali; in proposito Ciampi evidenzia che economicità ed efficienza di gestione non devono essere un fine ma un mezzo, utile per la loro conservazione e diffusione. Infatti la stessa Corte Costituzionale, in una sentenza del 1986, ha “indicato la primarietà del valore estetico-culturale che non può essere subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici” e anzi “che la stessa economia si deve ispirare alla cultura, come sigillo della sua italianità”. Infatti, conclude l’ex Presidente, “La promozione della sua conoscenza, la tutela del patrimonio artistico non sono dunque un’attività ‘fra altre’ per la Repubblica, ma una delle sue missioni più proprie, pubblica e inalienabile per dettato costituzionale e per volontà di una identità millenaria”.
Certo, ma questo Ciampi non poteva dirlo, se si pensa agli innumerevoli “tagli” alla cultura e alla ricerca disposti continuamente in questo Paese non si può che constatare che il dettato costituzionale sia continuamente disatteso….. Foto da Google.it