Nel maxiemendamento alla legge di stabilità, approvato in tutta fretta la scorsa settimana su richiesta dell’Europa, è contenuta una norma che stride con la ratio del maxiemendamento stesso: se quest’ultimo prevede l’ennesima manovra lacrime e sangue, fatta di tagli e di sacrifici (per i soliti noti), la norma in questione dispone il rifinanziamento della cosiddetta legge “mancia”, quel provvedimento che periodicamente distribuisce soldi a pioggia ai bravi parlamentari italiani per consentire loro di finanziare iniziative clientelari sul proprio territorio di provenienza, in modo da garantirsi qualche supplementare pacchetto di voti all’approssimarsi delle elezioni successive.
Nella fattispecie, la norma prevede il rifinanziamento di 150 milioni di euro, che potranno essere suddivisi in somme anche relativamente modeste (es. 10 o 20 mila euro) per le “esigenze” di questo o quel deputato o senatore. Tecnicamente, viene rifinanziato, per l’ammontare di 100 milioni nel 2012 e 50 nel 2013, un fondo per “interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territorio e alla promozione di attività sportive e culturali e sociali” istituito con la Finanziaria 2010. Sarà un successivo decreto del Tesoro a stabilire per quali decine di interventi saranno utilizzati questi soldi: esso renderà operativa una sorta di “lista della spesa” approvata, come è tradizione, in modo trasversale da tutti i parlamentari.
Per la cronaca, fra i partiti presenti in Parlamento, solo l’Italia dei Valori non ha partecipato alla spartizione, preferendo destinare la somma ad esso spettante alla riduzione del debito pubblico e premurandosi di rendere nota tale scelta. Come al solito, è invalsa la pratica di utilizzare leggi o provvedimenti che disciplinano determinate materie per inserirvi, praticamente di soppiatto, disposizioni che con quelle materie nulla hanno a che vedere o che, come in questo caso, sono antitetiche rispetto alla ratio di quelle leggi o quei provvedimenti. In questa circostanza si è approfittato del fatto che l’approvazione del maxiemendamento era obbligata.
Certo, i singoli interventi per i quali le somme verranno utilizzate possono anche essere talvolta meritevoli: la ristrutturazione di una scuola o la costruzione di un campo di calcio, ad esempio, sono utili alla comunità di un certo territorio che potrà usufruirne ma ciò non toglie che si tratti di cose realizzate per finalità e con sistemi che urtano la sensibilità dei cittadini onesti, chiamati invece ancora una volta a pagare per una crisi non creata da loro.
C’è, però, chi ha reagito duramente rispetto a quanto è accaduto: Il Codacons ha infatti annunciato un ricorso al Tar del Lazio e alla Corte Costituzionale proprio allo scopo di bloccare la legge “mancia”. L’Associazione a tutela dei consumatori depositerà, inoltre, un esposto presso 104 Procure della Repubblica chiedendo l’apertura di indagini a carico dei parlamentari che hanno votato il provvedimento, per verificare se possano, o meno, configurarsi i presupposti per alcune ipotesi di reato, quali l’associazione per delinquere diretta all’appropriazione indebita, l’abuso di atti d’ufficio o la malversazione, in concorso con le onlus che riceveranno i fondi. Si rileva, infatti, che “ i soldi non sembrano assegnati con finalità di tipo pubblico, bensì per scopi squisitamente elettorali, attraverso criteri sconosciuti e non obiettivi.” "Si tratta di un ‘furto con destrezza' a danno dei cittadini - spiega il Presidente Carlo Rienzi -150 milioni di euro che, in un momento di grave crisi in cui si chiedono enormi sforzi ai cittadini, vengono regalati ai politici.” (Fonte Codacons.it).
Insomma, nonostante tutto, la Casta continua ad alimentare se stessa. Foto da Google.it