La crisi brucia posti di lavoro, le imprese non assumono, cresce il precariato. In questa situazione, l’orientamento scolastico diventa di importanza fondamentale. La tradizionale corsia preferenziale verso i Licei non appare più valida, in particolare il Liceo Classico sembra una scuola superata nella sua concezione, mentre il Liceo Scientifico deve radicalmente tecnicizzarsi. Il dato di fatto è che le imprese richiedono tecnici, ed è in questa direzione che occorre andare. In queste considerazioni non ha alcun senso la polemica verso la “cultura”, come in alcuni ambienti sembra profilarsi. Al contrario, oggi c’è più bisogno di cultura di un tempo, ma questa deve essere sviluppata in un senso pratico. Dove si va oggi, se non si dispone di competenze informatiche, linguistiche, elettroniche di base? Chi ha una laurea od un percorso di formazione alle spalle ha sempre maggiori possibilità di coloro che non dispongono di nulla del genere. Su questi argomenti, Confindustria ed Api hanno organizzato a fine novembre un incontro in Fiera, a Vicenza, tra le associazioni degli industriali e le famiglie. La tavola rotonda non ha prodotto delle conclusioni definitive, ma si sono verificate delle convergenze e sintonie. Il senso della manifestazione è stato dato dallo psicologo della Scuola Genitori di Confartigianato, Mario Polito, che dopo aver parlato del talento e del modo di svilupparlo, ha affermato che “Bisogna che i giovani si chiedano cosa vogliono dalla vita e cosa il mondo vuole da loro”. L’accento posto su questa seconda parte della frase indica che, di fatto, le scelte del giovane, oggi, devono essere fatte sulla base di considerazioni oggettive, dettate da necessità economiche, e non da preferenze soggettive che possono non portare da nessuna parte. In tutto questo, pesa anche una considerazione che non viene fatta spesso, cioè il fatto che le materie tecnico-scientifiche sono obiettivamente più difficili da apprendere di quelle umanistico-letterarie. Questo dato di fatto deve essere considerato parte di una penale che bisogna pagare alla crisi. Meglio pagarla prima, che trovarsi poi senza nessuna prospettiva in mano.( foto e immagini da google)