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Febbraio 2024 - Anno XVII - Numero 1 - Venerdì 19 Aprile 2024
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IL FASCINO DI ZABRISKIE POINT

Il film e il luogo continuano a suscitare vivo interesse

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Michelangelo Antonioni ha girato nel 1970, interamente negli Stati Uniti, il film Zabriskie point che ha ottenuto un notevole successo di critica e di pubblico. Racconta di uno studente che vive a Los Angeles e che, ritenendo i suoi compagni troppo morbidi nelle loro forme di contestazione, ruba un piccolo aereo e si dirige verso il deserto. Corteggia, sempre volando, una ragazza che si sta recando a casa del proprio capo e i due finiscono per fare l’amore proprio a Zabriskie point. Il ragazzo morirà, ucciso dalla polizia mentre cercava di restituire l’aereo e la ragazza, mentre va via dopo essersi recata all’appuntamento, sogna che la casa del capo esploda. Antonioni conclude il film con le riprese della gigantesca fiammata da tutti i punti di vista.

Molti spettatori si domandano ancora se il film sia stato girato in un luogo reale o immaginario e dove possa trovarsi Zabriskie point.

Il luogo esiste nella realtà e si trova nella Death Valley, la Valle della Morte, uno dei Parchi Nazionali degli Stati Uniti situato in California, terra alquanto ricca di attrattive. È sostanzialmente un luogo desertico, nel quale sono presenti villaggi e miniere abbandonati, costruiti nel periodo della corsa all’oro e dove i paesaggi sono colorati per la presenza abbondante di sali minerali,  che rendono unico un territorio altrimenti privo di interesse.

Zabriskie point è un luogo sopraelevato, che domina un paesaggio di dune multicolori, ai margini della Valle della Morte. Il luogo fa parte di un’area chiamata badland, terra cattiva, perché anche a causa della presenza di sale nel terreno, non cresce nessuna pianta. Lo spettacolare paesaggio è stato creato dai sedimenti di un antico lago chiamato Furnace creek, prosciugatosi cinque milioni di anni fa. Il nome Zabriskie point deriva da quello di un ingegnere minerario, Christian Brevoort Zabriskie, nato nel 1864. La sua famiglia discendeva da un immigrato polacco, più precisamente prussiano, che si stabilì nel New Jersey. Il capostipite della famiglia si chiamava in realtà Albrycht Zaborowski che divenne Albert Zabriskie al suo sbarco sul continente americano. Chistian nacque a Fort Bridger, un luogo di posta con cambio di cavalli, nello stato del Wyoming. Da giovane frequentò diverse scuole e presto trovò impiego come telegrafista presso una società di costruzioni di linee ferroviarie. Era un giovane molto ambizioso e poco tempo dopo si spostò cambiando lavoro e città in cerca di fortuna. La svolta della sua vita avvenne nel 1885, quando il signor “Borace”, al secolo Francis Marion Smith, gli offrì un impiego per supervisionare centinaia di operai cinesi che lavoravano nelle sue miniere per estrarre il borace. Il borace è un elemento chimico molto usato nell’industria, ad esempio per creare uno strato vetroso isolante sulla terracotta o per rinforzare le ceramiche. L’impiego così ottenuto divenne il primo passo di una lunga carriera nel borace, che lo condusse fino a diventare vice presidente della più importante compagnia che in quegli anni operava nel settore. Egli fu l’inventore di un modo per trasportare il materiale estratto che si chiamava “twenty mule teams” ossia gruppi di venti muli o cavalli che erano in grado di movimentare grossi quantitativi di rocce estratte. Sotto la sua direzione la compagnia cominciò ad estrarre nella Valle della Morte ed egli, probabilmente,vide per primo quel paesaggio meraviglioso che, oggi, da lui prende il nome.

Ci sono molti racconti di viaggio che tentano di descrivere l’atmosfera quasi surreale che si percepisce a Zabriskie point. Il filosofo Michael Focault definì il viaggio a Zabriskie Point la migliore esperienza della sua vita e molti turisti ritengono che sia difficile comunicare agli altri le sensazioni che vi si provano. Ma tutti sono concordi nell’affermare che l’esperienza della visita a Zabriskie point rimane nella memoria per sempre.

(foto e immagini da Google.it)




News letta: 1253 volte.
    Federica Felici - newcitizenpress.com - 27/12/2011


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