Il Grillo nazionale, che non è quello di Pinocchio, assai più saggio e responsabile, mi piaceva quando faceva il comico arguto, pungente, talora sarcastico, ma sempre intelligente e volgare quel tanto che bastava a sottolineare fortemente un concetto, o una vittima dei suoi lazzi. La seconda, riciclata versione, quella politica per intenderci, mi è sempre risultata indigesta, scarsa in lungimiranza, poco attenta ai reali bisogni della maggioranza delle persone, stucchevole e povera di concetti, triti e ritriti nel mortaio del qualunquismo. Osannato e tirato per la giacca da questa o quella maggioranza per carpirgli qualche voto, oppure denigrato quando diventava scomodo o non “politically correct”, bisogna dire che comunque egli ha tirato dritto per la sua contorta strada di affermazioni e contraddizioni, senza badare a nessuno, sposando in alcuni casi idee altrui o per condivisione o per convenienza. Intendiamoci: il mio giudizio critico nei suoi confronti non è mai aprioristico ed assoluto; alcune esternazioni possono anche essere sottoscritte, magari non nella forma ma nella sostanza sì. Quando però Grillo posa la “vis polemica” e semina qualche chicco che può far germogliare un sano approfondimento, ecco che non piace più; gli vengono attribuite maligne conclusioni che non sono sue, ma proiezioni del critico d’occasione, e viene cassato ed allontanato dal solone di turno, normalmente lo stesso politico che il giorno prima lo aveva nelle grazie. Mi sto riferendo, naturalmente, ai suoi commenti sugli attentati che hanno ferito alcuni poveri palafrenieri di Equitalia, la mano esecutiva dell’ Agenzia delle Entrate. Qual è il concetto di fondo che sta dietro alle parole di Grillo? Molto semplice: questi attentati devono essere letti come un segnale di malessere, un segnale di oppressione che sta salendo nella popolazione che si sente vessata e che non ha compreso concetti astratti come “salviamo l’Italia e l’Europa”, ma, concretamente, si è fermata al più pragmatico “roviniamo gli Italiani”. Tutto qua. Dunque, più che scandalizzarsi e stracciarsi le solite, ipocrite vesti, i politici dovrebbero capire che la fiducia della gente è “in primis” legata all’esempio e non alle parole vuote; se il primo articolo della manovra avesse portato chiarezza e ridotto le prebende parlamentari e se questi avessero, magari in modo melodrammatico, accettato la riduzione salariale con gesti di consapevolezza e buon esempio, gli Italiani li avrebbero riconosciuti come i loro rappresentanti ed avrebbero di buon grado capito ed accettato a loro volta i sacrifici imposti. Ma le responsabilità politiche hanno radici ben più lontane. Il popolo, almeno la parte pensante che ritengo comunque essere la maggioranza, ha perso la sua fiducia nelle classi dirigenti assistendo all’italica agonia del paese lasciato in panne mentre i politici giocavano alla partita dei berluscones contro gli anti-berluscones, persi nelle loro paranoie astratte. Il Capo dello Stato non ha avuto dunque scelta nel tentare di spezzare il delirante schema ricorrendo ad un governo tecnico senza cuore, che, come un addetto al reparto carni, ha menato mannaiate che speriamo non spezzino le reni alla gente, colpita al cuore del loro risparmio più caro, cioè la casa. A che vale dunque la condanna con vuote parole poste nelle bocche di coloro che non più tardi di qualche mese fa fomentavano le folle antiberlusconiane? Gli stessi che poi condannarono e si dissero dispiaciuti del gesto del folle che colpì il primo ministro con una statuetta: il belato unanime di chi guarda il dito e non la luna. C’è dunque da sperare in un rinnovo della politica e delle sue facce per le elezioni della primavera (2012? 2013?); se rimarranno gli stessi succederà qualcosa di paradossalmente più grave degli attentati ad Equitalia: la morte dello Spirito degli Italiani ed alle elezioni ben in pochi si presenteranno al voto. (foto ed immagini da google)
Ă un bel articolo ! in quattro parole definisce la situazione attuale reale di questo paese per il miglioramento del quale ci siamo battuti e ci battiamo, invano, da sessantotto anni!
un vecchio partigiano
Postato
da: giorgio19231-live.it
il: 02/09/2012 16:28