L’acqua, si sa, è motore di vita. E in quest’ottica ogni goccia conta. Per questo motivo l’Unione Europea sta dedicando il 2012 al tema dell’acqua. Incontri, dibattiti e conferenze che culmineranno in autunno nella presentazione di un documento destinato a diventare il punto di riferimento di tutte le politiche comunitarie. I temi principali saranno l’inquinamento, gli sprechi, i costi e la disponibilità nel nostro continente, quello europeo, nel quale l’acqua, in linea di massima, non manca, con le dovute eccezioni.
I rischi di inquinamento nell’Europa industrializzata sono elevati ed inquinare le falde acquifere significa non poter più disporre di un bene primario. Sono già trentatre gli inquinanti nocivi inseriti nell’elenco delle sostanze da tenere sotto stretta sorveglianza. A questo se ne aggiungeranno altre quindici nel prossimo autunno. Per evitare che interi bacini idrici potabili possano venire compromessi con gravi rischi per la salute dei cittadini, gli Stati membri dovranno attenersi alle future normative, pena multe molto salate.
Il tema degli sprechi è sotto la lente d’ingrandimento degli Ispettori europei. L’Italia, pur essendo un Paese ricco d’acqua, sconta una pessima manutenzione degli impianti ed il diffuso malcostume nell’uso della preziosa risorsa da parte dei cittadini. La manutenzione delle reti idriche è un problema che si ripropone ad ogni estate particolarmente siccitosa. Le perdite di portata dovute a falle del sistema fanno mancare l’acqua a intere città. Le operazioni di manutenzione dovrebbero essere eseguite con regolarità, anche se la pochezza di risorse economiche di questi anni rende difficile un costante intervento. I cittadini italiani consumano, in media, molta più acqua all’anno dei tedeschi o degli inglesi. Gli esperti sono concordi nel ritenere che le tariffe dovrebbero essere riviste. Tra le proposte pare interessante quella che prevede una disponibilità di uso gratuito di cinquanta litri al giorno per ogni abitante, oltre i quali il costo diventerebbe progressivamente crescente. Al tema dello spreco dell’acqua si lega strettamente quello dello spreco alimentare. Le industrie consumano acqua per produrre alimenti che poi rischiano di essere buttati. Una disparità tra Paesi ricchi e poveri del mondo che deve essere in qualche modo colmata. Sono 1,4 miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso ad alcun servizio di acqua potabile.
Non sarà certamente semplice ed immediato uniformare i regolamenti dei Paesi europei in tema di risorse idriche, ma qualcosa si sta muovendo. I cambiamenti climatici che stanno avvenendo ci devono indurre a considerare l’acqua un bene indispensabile e prezioso. Siccità prolungate, nubifragi e inondazioni rischiano di far saltare il fragile sistema di approvvigionamento dell’acqua potabile. Una politica comune europea ha lo scopo di uniformare e meglio distribuire la risorsa tra i cittadini che ne fanno parte.
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