E’ proprio così, lentamente sono scomparse le mezze stagioni…quelle che ci “accompagnavano” da una stagione calda ad una fredda e viceversa, utili ad abituare il nostro organismo agli sbalzi di temperatura che, diversamente, ci avrebbero portato a malanni stagionali; ciò che appunto avviene oggigiorno, “non fai tempo a toglierti il cappotto che è già estate! E arriva il raffreddore”.Tutti siamo d’accordo che i cambiamenti climatici che minacciano il Pianeta sono in corso, ma non tutti concordiamo sulle loro cause. Abbiamo modificato quasi tutto il possibile sul nostro Pianeta, come può il clima non esserne influenzato? Ogni volta che guidiamo l’automobile, riscaldiamo la nostra casa, accendiamo una lampadina oppure cuciniamo, noi produciamo anidride carbonica, il gas principalmente responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento del clima. Gli esperti affermano che il riscaldamento globale può alterare in modo sostanziale un terzo dell’habitat di piante e di animali entro la fine di questo secolo. I cambiamenti del clima possono portare all’estinzione circa un milione di specie terrestri nei prossimi 50 anni. Il livello del mare salirà, gli atolli scompariranno e alcuni luoghi, come ad esempio New York, potranno divenire simili a Venezia (e Venezia finire come Atlantide?). Già diversi anni fa’, quasi un vent’ennio, il WWF lanciò l'allarme sul fenomeno dei cambiamenti climatici, ma in quegli anni l'opinione pubblica non era ancora convinta della gravità del problema. Sembrava una minaccia del futuro, qualcosa di poco tangibile e lontano dalla quotidianità di ognuno. Non era così! Oggi è chiaro che i cambiamenti climatici, e dunque il riscaldamento globale, stanno minacciando interi ecosistemi, mettendo a repentaglio anche la nostra vita a causa dell'aumento dell'intensità e della frequenza dei cosiddetti "eventi climatici estremi" (uragani, alluvioni, ondate di caldo, ecc.). Dall'aumento di temperatura all'innalzamento del livello dei mari, dalla desertificazione alla fusione dei ghiacciai, l'allarme è ormai ad altissimo livello. Oltre a pagarne noi le conseguenze non dimentichiamo le altre specie viventi, che non si ritrovano più in un loro habitat naturale e sono a rischio di estinzione. L'entità del fenomeno e la gravità degli impatti previsti hanno portato il mondo scientifico a ipotizzare la necessità di una sorta di nuova rivoluzione industriale basata sulla progressiva rinuncia a quelle risorse che, pur avendo guidato lo sviluppo tecnologico sino ai nostri giorni, possono essere considerate la principale causa dei mutamenti climatici: i combustibili fossili. Per evitare, infatti, che il clima del nostro Pianeta nell'arco di pochi decenni possa entrare in una crisi irreversibile, tale da rendere impraticabile ogni possibilità di adattamento per gran parte dell'umanità e delle altre specie viventi è necessario ridurre entro il 2020 le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas climalteranti del 30% e, entro il 2050, dell'80%. Non pensiamo sia una sfida impossibile, dobbiamo perseguire con decisione al miglioramento dell’efficiente energetica investendo nello sfruttamento delle fonti rinnovabili.