La riforma del condominio che entrerà in vigore dal 18 giugno prossimo, presenta nuove regole per l’approvazione delle delibere assembleari. Poiché è sempre più difficile avere il quorum, la riforma ne prevede un abbassamento fino al 50%+1 dei votanti e dei millesimi. Perché l’assemblea sia valida in seconda convocazione, è necessaria la presenza di almeno un terzo degli aventi diritto al voto e, per le delibere, le maggioranze diventano variabili: se in assemblea interviene un terzo dei millesimi, si possono deliberare interventi che riguardano lo svolgimento ordinario della vita in condominio, compresa la nomina dell’amministratore, l’approvazione del preventivo e del consuntivo; con la maggioranza qualificata di 500 millesimi si possono deliberare interventi straordinari; con i due terzi dei millesimi si possono deliberare innovazioni, come prevedeva anche la vecchia legge. Nei casi in cui si voglia mutare la destinazione di una parte comune, sarà sufficiente l’approvazione dei quattro quinti dei condomini e dei millesimi, mentre per altri casi, come per esempio la vendita della guardiola della portineria o di parti dello stabile, rimane in vigore la necessità di votazioni all’unanimità.