La reale volontà di considerare il territorio in termini di priorità alta dovrebbe condurre a un serio e costantemente aggiornato monitoraggio del rischio, in grado di obbligare gli Enti territoriali ad assumersi le loro responsabilità anche nella fattispecie di omesso intervento preventivo. Nonostante l’accentuata eterogeneità topografica della nostra Italia, nonostante gli evidenti mutamenti climatici, sono tanti gli interventi possibili. Alcuni esempi: realizzare e/o migliorare argini e altre strutture di contenimento a difesa delle sponde; effettuare una ordinaria manutenzione dei corsi d’acqua; rinforzare la stabilità dei pendii ricorrendo al rimboschimento, al gradonamento e all’ancoraggio di terra e rocce; operare scelte coerenti e a volte anche coraggiose a livello di piano regolatore edilizio… E’stato calcolato che in termini economici il dissesto costa molto di più di una intelligente opera di prevenzione e di cura del territorio. Eppure, nonostante l’evidenza del dato economico – al di là dell’obbligo morale di chi ha il compito e la possibilità di intervenire – continuano la latitanza decisionale e operativa e il gioco a nascondino della deresponsabilizzazione.