Occhieggiano intriganti da pendii di ampia, calma bellezza. Signoreggiano solitari in mezzo a campi vasti, spesso raggiungibili attraverso strade secondarie e sentieri. Si ergono di fronte al mare infinito. E non ti lasciano indifferente, come se una voce si alzasse dai loro spessi e antichi muri: sono tantissimi in Italia i monasteri, i conventi, gli eremi, le abbazie che da tempo ormai sono meta per vacanze del corpo e dello spirito. E non parliamo di meta finalizzata prevalentemente a comportamenti religiosi, ma di luogo in cui lo spirito cerca il suo respiro in senso largo. Magari, un semplice strappo nella sequela dei giorni, una breve parentesi in cui stare ad ascoltarsi, a togliersi di dosso le tossine del superimpegno, dell’incancrenito distacco cuore-cervello. Ecco, una parentesi. Di pace, di tranquillità, di meditazione e di riposo. Perché il silenzio e la tranquillità che distingue questi luoghi aiuta a riflettere, a scoprire un ritmo personale più lento e goloso, capace di soffermarsi ad osservare chiostri, dipinti, biblioteche… La scelta è davvero ampia, anche perché oggi tante comunità religiose fanno accoglienza. E quasi sempre non ti chiedono quanto sei religioso, quanto sei praticante e via dicendo. Sei un viandante, un pellegrino della vita che bussa a quel portone. Che ti viene aperto. E poi, se vuoi partecipi alle cerimonie religiose, alla vita di comunità, altrimenti te ne stai con te stesso nel tuo silenzio. Dentro ai tuoi pensieri. Vicino a te. Ci sono comunità che chiedono agli ospiti di partecipare alla vita spirituale per contrastare la percezione di sentirsi in un albergo e molto spesso i canti e le cerimonie fanno vivere momenti suggestivi e indimenticabili; ce ne sono altre che ospitano semplicemente chi vuole fare vacanza nel senso tradizionale del termine e desidera soggiornare, a prezzi contenuti, in una struttura accogliente e confortevole, in un clima familiare dove è possibile continuare a mantenere viva la dimensione spirituale. Vi sono poi moltissimi monasteri e conventi che danno ospitalità a chi desidera trascorrere giornate di riflessione, meditazione e preghiera e, nel rispetto degli orari della comunità, gli ospiti sono liberi di organizzare le proprie giornate come preferiscono: se lo desiderano, possono partecipare alla vita liturgica quotidiana, oppure pregare in solitudine, riposare, lavorare, pensare, leggere, passeggiare, dialogare con gli altri ospiti. In genere ciascun ospite ha una propria stanza, in alcuni casi ricavata da una ex celletta; talvolta c’è il bagno in camera, molto più spesso è in comune; sicuramente in comune sono il refettorio, il giardino e gli altri locali destinati alla condivisione. L’Italia è molto ricca di questi luoghi dello spirito, grondanti anche di storia e di tesori artistici. Tutti noi conosciamo quale importante ruolo hanno svolto le abbazie nella storia, quale punto di riferimento e di protezione abbiano rappresentato per le popolazioni intorno; conosciamo anche quale ruolo hanno svolto i monasteri per la diffusione e la conservazione della cultura. I più pittoreschi sono concentrati sulle pendici appenniniche, tra Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria, ma se ne trovano parecchi anche nelle grandi città. C’è uno splendido monastero su un’isola nella laguna di Venezia. Non sta a me richiamarli, basta un semplice clic in internet e si trovano tutte le informazioni del caso. Troviamo abbazie nella campagna laziale e eremi sui laghi dell’Italia settentrionale, incastonati in rocce aspre di selvaggia bellezza. Si va dai nomi più famosi e meglio organizzati per accogliere gli ospiti, a luoghi più semplici, familiari e nascosti. Molto spesso i monaci hanno laboratori in cui lavorano erbe, hanno spezierie in cui producono prodotti naturali. Ripeto, basta un clic e ci troviamo davanti un lungo ed intrigante elenco di possibilità. Di certo è un’esperienza di vita che, a detta di chi l’ha vissuta, lascia una scia interiore di nostalgico riconoscimento di sé difficilmente cancellabile.