Cittadini o sudditi: è una valutazione oggettiva oppure una percezione soggettiva? Vediamo un po’, se siete convinti di votare in maniera libera, di partecipare alla vita pubblica perché avete la libertà di scegliere, da una lista di canditati, i parlamentari che vi convincono o che conoscete per il loro vissuto; se non vi lamentate per le tasse imposte dallo stato perché pensate che i soldi versati servano alla comunità che ne avrà come beneficio servizi pubblici funzionanti, scuole efficienti, politiche a sostegno dei giovani e della disoccupazione, un servizio sanitario eccellente; se avete fiducia nella giustizia e pensate che le leggi siamo generali ed astratte e uguali per tutti; se credete che il parlamento svolga ancora la funzione alta di potere legislativo, espressione della sovranità popolare che lo ha eletto e venga perseguito il fine ultimo del bene comune; se, infine, pensate che lo stato in cui vivete tuteli la vostra sicurezza e il vostro benessere, allora, vi sentite e siete Cittadini, civis, cioè colui che partecipa alla vita pubblica della città e come tale è titolare di diritti e parte attiva delle decisioni. Se, al contrario, pensate di essere la parte passiva dello stato, oggetto di decisioni imposte per lo più da un governo e ratificate da un parlamento sotto ricatto che non avete eletto; se sentite che il peso delle tasse è elevato e che, in cambio, non ricevete dallo stato sicurezza, servizi pubblici come trasporti, sanità, pulizia, un lavoro meritocratico e una scuola che permetterà ai vostri figli di studiare ed essere liberi; se avete la percezione che tra voi e “quelli del palazzo”, cioè i politici, vi sia un varco, un distanza fatta di privilegi e ineguaglianze, di impunità e neocorporativismi, allora, vi sentite e siete Sudditi, subditus, sottomesso e dipendente dallo stato senza essere parte attiva. La condizione di suddito, la mancanza di ricambio nella classe politica che si ricicla per cooptazione, la presenza di oligarchie che controllano l’economia, soffocano ogni possibilità di ripresa economica e di ricchezza diffusa, producendo sfruttamento e impedendo di fatto la creazione di nuove imprese.