Con il discorso di fine anno 2014 le voci delle probabili dimissioni di Giorgio Napolitano da undicesimo Presidente della Repubblica Italiana divengono certezza espressa e annunciata: «Sto per lasciare le mie funzioni, rassegnando le dimissioni. E desidero dirvi subito che a ciò mi spinge l'avere negli ultimi tempi toccato con mano come l'età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell'esercizio dei compiti istituzionali». All'indomani del nono e ultimo messaggio agli italiani, arriva una pioggia di commenti: il leader della Lega Matteo Salvini lo definisce discorso vuoto e penoso e apprezza solamente il fatto che Napolitano lasci; Angelino Alfano parla di grande Presidente; dal Movimento 5 Stelle Beppe Grillo lo accusa di aver portato l'Italia allo sfacelo; il Presidente del Consiglio Matteo Renzi parla di nove anni di autorevolezza e responsabilità; Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia vede un Paese piegato agli interessi delle potenze europee; il Presidente del Senato Pietro Grasso è sicuro che Napolitano abbia saputo interpretare le esigenze degli italiani. E così il 14 gennaio 2015, dopo quasi nove anni, il Capo dello Stato lascia l'incarico al Quirinale, assunto il 15 maggio 2006 e accettato nuovamente dopo sette anni, diventando in questo modo il primo Presidente della Repubblica Italiana ad essere eletto per due mandati consecutivi. In aula a Montecitorio, al termine della lettura della lettera di dimissioni da parte della Presidente della Camera Laura Boldrini, che ne prende ufficialmente atto, un lungo applauso saluta Napolitano. Parole positive e negative, reazioni e previsioni per il futuro prossimo provengono da tutto il mondo politico. Non tarda ad arrivare, via twitter, il ringraziamento del Premier Renzi all'ex Capo dello Stato. La prima votazione per eleggere il successore si terrà il 29 gennaio e fino a quel momento sarà Pietro Grasso il Presidente supplente. Napolitano diventa Presidente emerito della Repubblica e senatore a vita. Avrà infatti un suo ufficio presso Palazzo Giustiniani. Ricevuti gli onori dalle guardie militari e lasciata la residenza istituzionale, il suo rientro a casa con la consorte Clio è stato accolto da una folla di gente che lo attendeva vicino la sua abitazione per il saluto di bentornato ed è stato festeggiato con una cerimonia dagli abitanti del quartiere Monti di Roma. «Ho cercato solo di fare il mio dovere, quello che ho potuto finché ho avuto le forze di prendere iniziative nell'ambito costituzionale. Meglio lasciare quando si è in piedi», ha affermato Napolitano durante i festeggiamenti. Naturalmente è iniziato il conto alla rovescia con il consueto toto nomi: da Amato a Bersani, da Mattarella a Veltroni, da Padoan a Draghi, dalla Severino alla Finocchiaro, e tanti altri. La corsa al Colle è stata definita "Romanzo Quirinale", quindi fino alla nuova elezione altre puntate ci attendono.