Classe 1973, chioma sbarazzina, argentino, vive sul lago di Como. Capitano con la maglia numero 4, soprannominato il trattore per le sue gambe vigorose e notevoli e per le sue cavalcate sulle fasce. Pochi gol in carriera ma decisivi. Dalla descrizione è facile capire di chi stiamo parlando. Ovviamente di Javier Zanetti. Dopo gli esordi in Argentina, arriva nella Milano nerazzurra nel 1995 e sin da subito conquista il cuore dei tifosi. Nel 1999, con l'addio di Giuseppe Bergomi, ottiene la fascia di capitano. È il calciatore con più presenze nella storia dell'Inter. Sono infatti 858. Sedici i trofei vinti con questa squadra: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa Uefa, una Champions League (nel 2010, anno che ha fatto entrare l'Inter nella storia con la conquista del triplete), e una Coppa del mondo per club FIFA. Nel 2009 è in libreria la sua prima autobiografia, Capitano e gentiluomo, e nel 2013 esce la seconda, Giocare da uomo. Campione dentro e fuori dal campo, padre e marito esemplare, impegnato socialmente con associazioni rivolte ai disagiati, ai malati e ai bisognosi, e artisticamente con attività musicali. Il 18 maggio 2014 disputa i suoi ultimi 90 minuti contro il Chievo. È il giorno del ritiro. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo la sua avventura all'Inter continua: il nuovo presidente indonesiano subentrato a Massimo Moratti, Erick Thohir, lo nomina vicepresidente della squadra. Passa quasi un anno e il 4 maggio 2015 Zanetti organizza una partita a San Siro tra vecchie glorie dell'Inter e vecchie glorie del Milan per salutare l'avvio dell'Expo. In questa occasione la sua maglia numero 4 viene ritirata dall'Inter.