Il Bisso è una morbida fibra tessile dal colore bruno-dorato simile alla seta che si ottiene da un filamento secreto dalla Pinna Nobilis , la più grande conchiglia del mediterraneo nota anche come Nacchera. Si ancora ai fondali sabbiosi e può arrivare fino a un metro di altezza. Raccolte dalle donne che vivevano sulle sponde del Mediterraneo veniva poi pulito e pettinato per essere poi usato per ricavarne delle stoffe da sempre ritenute pregiatissime e costose; venivano usate per confezionare, già nell’antichità, gli abiti dei re, spesso intrecciato al lino, panni nuziali e abiti da battesimo e veniva ostentato come vero e proprio status symbol dai personaggi più influenti. Oggi la Pinna Nobilis è una specie protetta, a rischio di estinzione a causa di inquinamento, pesca e raccolta indiscriminata oltre alla diminuzione delle aree dove crescere. L’ultima tessitrice esistente è la sessantenne Chiara Vigo che vive e lavora a Sant’Antioco in Sardegna che nutre da sempre un profondo rispetto per l’habitat marino. Questo, racconta la stessa Vigo, significa prelevare, con cautele e metodo, i filamenti delle pinne che hanno almeno 12 anni. Il suo lavoro di tessitura e ricamo sono esposti al Louvre e al British Museum. L’artigiana ha dato vita inoltre al museo del Bisso di Sant’Antioco contribuendo a diffondere la conoscenza di questa antica manifattura, così poco conosciuta.