“Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore. Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto d’isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è dispari, mischiato cangiante, come nel più ibrido dei continenti. Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava. Vi è la Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è la Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale; una infine, che si sporge da un crinale di vento in un accesso di abbagliato delirio…” così descrive la Sicilia Gesualdo Bufalino. Ed è inutile cercare di capire perchè 36 imprenditori di Bagheria hanno rotto il silenzio, raccontato ai carabinieri le loro storie di vittime del racket e fatto arrestare boss e gregari di Cosa Nostra. Tutte le risposte saranno vere o nessuna. Sarà vera la convinzione del Ministro Alfano che in Sicilia la fine dell'omertà è vicina: "La gente onesta è scesa in campo e non ha avuto paura perché ha fiducia nelle istituzioni e crede nella legalità". Ma certamente occorre riflettere su una nota di Confcommercio Sicilia che sottolinea come il nostro il sistema economico è così "stremato dalle tasse e ormai arrivato al punto di non ritorno", che commercianti e imprenditori non sono più in grado di accettare "alcuna imposizione", neppure quella criminale, e "collaborano con la magistratura" perché questa oggi è per loro la scelta più conveniente. In Sicilia ogni affermazione merita prudenza: alla ribellione degli imprenditori onesti di Bagheria fa da contraltare una Sicilia dove il leader di Confindustria Antonello Montante, ex paladino della legalità, è finito sotto inchiesta per concorso in mafia e dove il più fiero avversario del racket (a parole) Roberto Helg, l' ex presidente della Camera di Commercio di Palermo, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi per estorsione. Ad ogni modo è sincero l’encomio ai Carabinieri e ai Magistrati che hanno condotto le indagini e fatto scattare 22 ordini di custodia cautelare per capi clan ed esattori del pizzo che non risparmiavano alcun supermercato, negozio, bottega di frutta, bar, sala giochi. E sincero l’encomio e l’incoraggiamento ai cittadini onesti che hanno denunciato decenni di ritorsioni..