E’ con immenso piacere che leggo e rileggo l’odissea, sono convinto e quasi certo che esista un forte legame fra la Scheria dei Feaci e la Sardegna. Tra le righe dell’odissea si possono leggere frasi che riportano alla mente la vita quotidiana che si svolgeva in Sardegna sino a pochi decenni fa. Leggendo il canto VI incontriamo una frase di Nausicaa, la figlia di Alcinoo il capo dei Feaci, che dice: “ Padre mio, mi faresti allestire un carro, alto, con ruote scorrevoli, perchè possa portare al fiume le vesti bellissime che giacciono sporche”? E il padre risponde: “ Non ti nego certo le mule, figlia, ne nessun’altra cosa. Va, i servi ti prepareranno un carro alto, munito di sponde e ruote scorrevoli”. Leggendo queste frasi mi tornano in mente i racconti dei miei nonni di quando andavano, a cavallo d’asino o con il carro a buoi, al fiume a lavare i panni. Dalle parti nostre i carri erano trainati dai buoi mentre nel campidano erano trainati dai muli mentre le sponde sono alte come quelle dei carri feaci. Il carro sardo che oggi si può vedere nei piccoli centri, in quanto ancora in uso da parte di alcune persone, o durante la sagra di Sant’Effisio il 1° maggio, dove sfilano le “traccas” addobbate a festa, ricordano il carro a sponde alte preparato dai Feaci per Nausicaa. Inoltre con molta nostalgia dei tempi passati, di quando scorrazzavo con i miei amici negli orti del paese, tipico dei piccoli centri montani, ricordo che quando arrivava il tempo della vendemmia nel rione di filerie a Baunei, dove ho passato tutta la mia infanzia, passavano i carri a buoi carichi d’uva. Il nostro sport preferito era appostarci per rincorrerli e arrampicarci sulle alte sponde, che ricordano quelle del carro di Nausicaa, per rubare qualche grappolo d’ uva e poi scappare. In un brano come la musica di Enrico Rava, si può osservare e comprendere la bellezza di tutto questo.