E’ la Bolivia a possedere le maggiori risorse di Litio: il 22,7 % delle risorse mondiali seguita subito dopo dal Cile. Si tratta di un metallo divenuto ormai indispensabile nella vita di ogni giorno. Inizialmente era noto come antidepressivo ed in seguito impiegato per la produzione di vetro, ceramiche e grassi lubrificanti ma con la diffusione delle batterie ricaricabili è diventato essenziale in quanto il Litio permette l’immagazzinamento di grandi quantità di energia in piccoli dispositivi come ad esempio gli smartphone. Essendo diventato così prezioso si sta pensando come recuperarlo. In natura non è presente allo stato puro ma si trova sotto forma di Sali ed attualmente si produce solo quando è presente in abbondante quantità. Lo spodumene è un minerale che ne contiene molto ma il metodo più economico è ricavarlo dalle “salamoie” ossia acque cariche di Sali: la soluzione salina ricca di litio è poi fatta evaporare in una serie di vasche in cui precipitano i Sali presenti nelle acque che vanno dall’azzurro intenso al giallo fluo. Il risultato finale è una polvere bianca che si chiama carbonato di Litio che costituisce la materia prima che sarà poi spedita in Aia e tornerà nascosta nelle batterie di un telefonino. La produzione mondiale fino a questo momento è riuscita a soddisfare la richiesta: le 32500 tonnellate prodotte nel 2015, di cui il 35% è stata usata per produrre batterie, ha coperto il fabbisogno ma si prevede che, con la diffusione dei veicoli elettrici, la richiesta di questo metallo aumenti. Una pila al litio contiene infatti pochi grammi di litio ma per una auto elettrica possono essere necessari 8 o 9 kg di litio.