Uno studio senza precedenti effettuato sui bambini dei quartieri poveri del Bangladesh mostra gli effetti negativi della cattiva nutrizione e delle cattive condizioni igieniche sullo sviluppo cerebrale. Già dagli anni 60 l'ipotesi che elementi di malnutrizione potessero influire sullo sviluppo delle attività cerebrali lo si era intuito. Reynaldo Martorell, specialista in nutrizione infantile dell'Emory University di Atlanta, sostiene non a caso l'intervento delle Banca mondiale a pensare ai primi interventi nutrizionali come investimenti a lungo termine sulla salute umana.
La fascia è circoscritta nei primi anni di vita, con condizioni avverse alimentari e di malattie diarroiche come fattore predittivo di deficit intellettivi e di mortalità. Ad influenzare il quadro della salute e dello sviluppo cerebrale e delle sue funzioni non sembrerebbero essere solo le condizioni alimentare ma anche le funzioni sociali di povertà come elemento presente nella famiglia. Un flusso costante di ricerche da parte di psicologi e altri scienziati ha messo in luce il divario tra la perfezione dei bambini poveri e benestanti su quasi ogni misura dello sviluppo cognitivo, tra cui memoria di lavoro, regolazione degli impulsi e abilità linguistiche. I ricercatori dell'Università della California, Berkeley hanno presentato risultati ancora più definitivi sulle differenze di sviluppo tra bambini a basso e alto reddito. Nella ricerca pubblicata su Journal of Cognitive Neuroscience Vol. 21 n. 6 pubblicato da Mark KishiYama PhD, uno degli autori dello studio, che ora lavora all'ospedale Martinez, in California afferma su un campionamento effettuato di bambini senza danni preesistenti cerebrali, nessuna esposizione prenatale a droghe o alcool ,delle differenze nelle performance cognitive, nella funzionalità e nell'efficienza intellettiva, ponendo inoltre una considerata accentuazione ai fenomeni di delle prove di discriminazione e concentrazione. Nello studio clinico , inoltre, venivano raccontate due storie contemporaneamente .Tutti i bambini hanno ricordato la storia, ma i bambini che vivevano nelle abitazioni e famiglie svantaggiate hanno avuto più problemi a bloccare gli stimoli di distrazione . I loro cervelli, dicono i ricercatori, devono lavorare di più per svolgere lo stesso compito, una difficoltà che potrebbe rendere più difficile concentrarsi sulle istruzioni degli insegnanti o sui compiti in classee che nel tempo influirebbero sulle variabili dell'apprendimento in fase adulta.