Tutti gli esseri umani, per natura, sono alla continua ricerca del benessere. Ma cosa vuol dire esattamente “benessere” ? Mi è stata posta questa domanda durante un laboratorio universitario molto interessante, ammetto che non è stato facile trovare una risposta al quesito. L’OMS definisce la salute, e di conseguenza il benessere come :”uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Negli ultimi anni molti specialisti nell’ambito delle scienze umane e mediche si sono occupati di quella che viene definita “psicologia del benessere”o addirittura “scienza della felicità”, che ha come obiettivo quello di migliorare la vita delle persone nei diversi contesti sociali: della salute, scolastico, organizzativo.
Poiché non è possibile dare una definizione oggettiva del benessere, bisogna tenere in considerazione diversi aspetti quali: la salute fisica, il reddito, il rapporto con gli altri, gli obiettivi raggiunti, quelli futuri e molti altri. Esistono due importanti teorie alla base di questa nuova disciplina. La prima viene definita “edonica” e si occupa di ricercare il piacere soggettivo, legato ad esperienze e sensazioni positive, non tenendo in considerazione gli aspetti negativi e gli stressors. E’ la psicologia del “qui ed ora”, di ciò che ci fa sentire bene in questo esatto momento. Mentre la seconda, detta “eudaimonica” e già presente nella filosofia di Aristotele, tratta lo sviluppo delle potenzialità individuali per trovare il vero benessere. Quindi l’uomo, solo attraverso l’espressione delle proprie virtù, può essere felice ed appagato.
L’eudaimonia comprende anche un percorso di integrazione col mondo esterno: il benessere individuale si intreccia col benessere collettivo, influenzandosi reciprocamente. Uno dei primi studiosi ad analizzare in chiave scientifica la cosidetta “ricerca della felicità”, è stato Mihaly Csikszentmihalyi nel suo celebre libro “Flow: The Psychology of Optimal Experience”. In questo trattato viene presentato ed analizzato il concetto di “flow” (flusso) ovvero, stato mentale di totale immersione e coinvolgimento, in associazione ad uno stato di divertimento sperimentato durante le attività che ci coinvolgono piacevolmente. Secondo l’autore, il benessere sarebbe legato indissolubilmente a questo flusso che produce nell’individuo una sorta di “estasi” con conseguente perdita del senso dello spazio e del tempo. E’ importantissimo, in questo campo, considerare un approccio di tipo multidimensionale. Infatti si parla di approccio “bio-psico-sociale” poiché vengono calcolati tutti gli aspetti che compongono la persona nella sua interezza biologica, psicologica e sociale.