E’ ormai da un paio di mesi che i dati a proposito del contagio da Covid-19 sono tornati a salire rapidamente. La domanda che molti psicologi si sono fatti è stata “quali ripercussioni psicologiche potrebbe produrre un altro lockdown?” Ogni giorno e ogni ora veniamo bombardati da notizie riguardanti il virus su qualsiasi piattaforma, dai telegiornali ai social network. E’ diventato praticamente impossibile non pensare ad una possibile richiusura totale visto l’alto numero di tamponi positivi nel nostro Paese. Secondo David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, un altro lockdown sarebbe insostenibile per gli italiani. Infatti, siamo ancora reduci della prima ondata che, per tutti, è stata devastante con livelli molto alti di stress. Secondo uno studio effettuato dall’Università di Tor Vergata e l’Università dell’Aquila, nel corso della prima quarantena, i livelli di disturbi correlati allo stress erano ben “5 volte superiori alla norma”. Pare che le più colpite siano le donne, innanzitutto perché più soggette a disturbi traumatici stress-correlati e al disturbo depressivo. In secondo luogo poiché le donne rappresentano un ruolo chiave all’interno della famiglia, portando equilibrio e rassicurazione. Sarebbero loro le più impaurite dal rischio contagio per sé e i propri cari. Il lockdown è stato un vero e proprio shock poiché ci siamo ritrovati chiusi in casa e paralizzati dalla paura da un giorno all’altro. I casi di depressione degli ultimi mesi sono aumentati del 40%, portando nei casi più estremi al suicidio collegabile alla paura della malattia, al forzato isolamento sociale e alle disastrose condizioni economiche. Purtroppo, nella prospettiva di una seconda quarantena, la depressione tenderà ad aumentare sempre di più, portando ad un uso più frequente di psicofarmaci, così come è stato per la prima ondata. Ciò che preoccupa maggiormente i professionisti è il fatto che, se mal assunti, possano provocare dipendenza. Secondo Massimo Di Giannantonio, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, ci sarò un rischio più alto di trasformazione di ansie e malesseri in psicopatologie per le persone più fragili e vulnerabili. E’ proprio in questo momento che entrano in azione due sistemi fondamentali di funzionamento della mente umana: la resilienza, ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare un periodo di difficoltà e l’adattamento. Altri fattori che andrebbero ad intaccare il nostro benessere psicologico sarebbero: l’alterazione del ritmo sonno-veglia, l’aumento di ansietà diurna, e la difficoltà nell’ambiente di lavoro. Tutto ciò favorirebbe anche gravi crisi di panico. Citando l’enunciato dell’OMS “non ci può essere la salute del corpo se non c’è la salute della mente”, la pandemia rappresenta un’enorme minaccia alla salute mentale poiché intacca la propriocezione e le relazioni col mondo esterno.