I vestiti, per secoli, sono stati simbolo di status sociale, separavano in maniera chiara e netta i ricchi dai poveri e gli uomini dalle donne; dunque come siamo arrivati alla moda moderna che comprende una grande libertà nel vestire sia fra i sessi che fra le classi sociali? Oggi siamo abituati a mostrarci liberamente in pubblico indossando vestiti sportivi e “casual”, senza essere criticati in nessun modo; persino i personaggi pubblici più abbienti si esibiscono con i capi d’abbigliamento più informali e semplici. La moda è spesso stata veicolata nel tempo dai cambiamenti sociali e politici, che ne cambiavano le caratteristiche come a simboleggiare una vera e propria presa di potere. Ma in questo articolo vorrei soffermarmi su un cambiamento sociale in particolare, ovvero la crescita del tempo libero per le classi popolari dei paesi industrializzati, in seguito alle lotte per la regolamentazione delle ore di lavoro. Questo grande cambiamento sociale porto le persone ad impiegare il loro tempo libero in differenti attività, incluso lo sport. Iniziarono così a nascere le prime palestre, ispirate all’ideale di forma fisica, salute e grazia dei greci antichi. Inizialmente i vestiti utilizzati per lo sport erano scomodi e decisamente inadatti, al solo scopo di conservare lo stesso rigore mostrato in pubblico; ma ben presto iniziarono a mutare per raggiungere una forma più adatta e confortevole, questo soprattutto per via del fatto che le palestre erano spazi privati e dove i due sessi erano separati. Iniziarono così ad apparire i primi abiti sportivi, più ampi e sciolti per garantire libertà di movimento e nacquero anche i primi vestiti terminanti in pantaloni per offrire migliore mobilità anche alle donne che praticavano sport. Ma raggiunto questo traguardo, non si fermarono e iniziarono a lottare perché questo stile venisse accettato anche in ambito pubblico; i vestiti normalmente accettati all’epoca rappresentavano una vera e propria forma di repressione, assoggettando le donne attraverso capi come corsetti che toglievano il fiato e gonne troppo ampie e pesanti per camminare liberamente. Con l’arrivo della bicicletta e la pratica dello sport anche in ambito pubblico, l’utilizzo di capi d’abbigliamento sportivi iniziò ad essere integrato dalla società e le donne poterono iniziare a liberarsi gradualmente dalla maniera di vestire che gli era stata imposta fino a quel momento, senza essere additate come volgari e irriverenti. Quello che poteva sembrare un semplice cambio di moda, era in realtà un vero e proprio manifesto progressista. La donna stava iniziando una grande battaglia contro il patriarcato, che sarebbe diventata molto più dura e faticosa, ma è piacevole pensare che lo sport abbia avuto un piccolo ruolo nella sua lotta per il raggiungimento della libertà.