Con “disturbi del comportamento alimentare” (DCA), intendiamo quelle patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del corpo. I principali DCA sono: l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Binge Eating (alimentazione incontrollata). Queste patologie si sviluppano principalmente durante l’adolescenza e colpiscono maggiormente i soggetti femminili.
Cosa comporta avere un disturbo di questo tipo? Innanzitutto soffrire di un disturbo alimentare provoca un forte turbamento nella vita di una persona e dei suoi cari. I comportamenti principali che un soggetto colpito può mettere in atto sono: il digiuno, l’ingestione di molto cibo con successivo vomito autoindotto, intensa attività fisica volta al dimagrimento e l’assunzione di lassativi e diuretici per contrastare l’aumento di peso. La vita di una persona con DCA ruota continuamente attorno al pensiero del cibo e alla paura di ingrassare, limitando le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Purtroppo solo una piccola parte di queste persone chiede aiuto al personale competente (medici e psicoterapeuti).
E’ necessario precisare che, spesso, il disturbo alimentare è associato ad altre patologie di tipo psichiatrico come la depressione, l’ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi di personalità. Purtroppo, il periodo di emergenza sanitaria da Covid-19 che stiamo attraversando ormai da un anno, non ha aiutato la lotta contro questi disturbi. Infatti, secondo Laura Dalla Ragione, direttore del Centro disturbi del comportamento di Todi, i casi sono aumentati “addirittura del 30% e di conseguenza anche il tasso di mortalità”. Possiamo affermare che, durante i continui lockdown, gli esordi della malattia sono aumentati e si sono aggravati quelli preesistenti.
Quali sono i motivi dietro questo aumento dei casi? Le persone con questi disturbi sono state costrette alla sospensione dei trattamenti medici e psicologici. In più sono state esposte a fattori che hanno contribuito a peggiorare il disturbo come l’impossibilità di fare attività fisica, la convivenza forzata con la propria famiglia e quindi l’evitamento di esposizione sociale.
E’ stato quest’ultimo fattore, ovvero l’isolamento sociale, ad aver causato i principali problemi poiché non ha fatto altro che prospettare un ritiro dai trattamenti anche successivo alla fine della pandemia. Proprio per questo motivo è necessario mantenere il rapporto terapeutico poiché questi pazienti non sono in grado di autogestirsi, provocando quindi un peggioramento delle proprie condizioni di salute. In più le persone con DCA sono maggiormente esposte al virus. La malnutrizione e le limitate riserve di grasso corporeo causano l’incapacità del sistema immunitario di combattere le infezioni.