Secondo le credenze comuni, l’ipnotizzatore riuscirebbe ad esercitare un potere molto forte nei confronti dei suoi soggetti, ma è proprio così? Partiamo dalle origini: il termine “ipnosi” deriva dal Ipno, il nome del Dio greco del sonno. In realtà tutto ciò è un controsenso poiché il sonno non c’entra nulla con questa pratica, tranne per il fatto che alcuni soggetti ipnotizzati cadano in un profondo stato di rilassatezza quasi da sembrare addormentati. L’ipnosi è uno stato di “consapevolezza alternativo”, caratterizzato dall’abilità di alcune persone di rispondere alle suggestioni con cambiamenti di percezione, memoria, motivazione e senso di controllo di sé. Infatti, durante lo stato ipnotico, i partecipanti mostrano molta responsività nei confronti dell’ipnotizzatore, svolgendo ciò che gli viene chiesto di fare. Secondo una recente scoperta, gli individui ipnotizzati entrerebbero in un vero e proprio stato di trance, differente dalla coscienza da svegli. L’ipnosi inizia con l’induzione ipnotica, una serie di preliminari che minimizzano al massimo le distrazioni esterne e permettono alla persona di concentrarsi sugli stimoli suggeriti. Quando questa attività viene ripetuta frequentemente, il partecipante lainterpreta come un segnale appreso e cade immediatamente nello stato ipnotico.