Se il telescopio fu importante per le scoperte astronomiche, non si può dire che sia stato lo stesso nella scoperta decisiva delle leggi del moto; tuttavia, gli altri strumenti costruiti da Galileo erano realizzati in modo molto semplice e basilare, tanto che qualsiasi civiltà, anche primitiva, avrebbe potuto utilizzarli. Al contrario, la matematica avanzata che utilizzava, era molto complicata e diventò fondamentale per la scienza solamente con Newton. Se il fattore tecnico non fu decisivo, si trattò principalmente di una questione culturale: le riscoperte della tradizione platonica e pitagorica, con un rinnovato interesse per la matematica, crearono un clima culturale maggiormente orientato verso la ricerca degli aspetti quantitativi della realtà. I greci furono il popolo che portò alle massime vette la matematica, ma furono anche coloro che erano arrivati più vicini alla creazione della scienza. Per via della mancanza della scoperta del metodo sperimentale, però, non ci arrivarono mai. All’interno di un ordinamento razionale del mondo, che veniva visto come un cosmo, anziché come un caos irrazionale, furono decisive le posizioni della fede greca e cristiana, che portarono Tommaso d’Aquino, Giovanni Buridano e Nicola d’Oresme a muovere le prime critiche alla cosmologia e alla filosofia. Per la nascita della scienza, quindi, giocò un ruolo decisivo la fede cristiana, nella sua creazione come atto libero di Dio, dal quale derivano il valore e la dignità del mondo materiale e l’idea della contingenza del mondo stesso. Nel primo caso, quasi tutte le più incredibili scoperte sono scaturite dall’insorgere delle domande più banali, dunque era necessaria una grande fede nella dignità di tutto ciò che esiste, per poter decidere che gli elementi celesti e quelli del nostro mondo materiale, meritavano di essere studiati. A tal fine era necessario, quindi, il ragionamento ed il lavoro manuale. Per quanto riguarda l’idea della contingenza del mondo stesso, se si pensava il mondo come qualcosa che esisteva necessariamente, era logico pensare che si potesse dedurne l’essenza da qualche principio metafisico. Se, invece, il mondo era stato creato liberamente, il capovolgimento metodologico Galileiano diventava possibile, nonostante le concezioni panteiste dominanti nell’antichità fossero un limite per la nascita della scienza, in quanto identificavano il mondo con Dio.